Chiara Petrolini e le rivelazioni sui neonati morti a Parma nel secondo interrogatorio: cos'ha detto
Neonati morti a Parma, le rivelazioni di Chiara Petrolini dopo le bugie del primo interrogatorio: "Era un momento di debolezza"
Durante il secondo interrogatorio Chiara Petrolini, la studentessa arrestata per il caso dei neonati trovati morti nel giardino della sua abitazione a Traversetolo, in provincia di Parma, ha fornito ulteriori dettagli. In un primo momento la ragazza aveva mentito a proposito del Misoprostolo, il farmaco che comunemente si utilizza per trattare l’aborto spontaneo: "Non ne ho mai sentito parlare", aveva detto agli inquirenti. Gli investigatori, tuttavia, hanno scoperto che la giovane ha effettuato ricerche web proprio per cercare informazioni su questo farmaco. Per questo durante il secondo interrogatorio Chiara Petrolini viene messa di fronte alle proprie menzogne, ma si difende sostenendo che ci sarebbe una certa differenza tra una serie di ricerche sul web e la dinamica dei fatti.
- Le bugie di Chiara Petrolini sul Misoprostolo
- Le droghe, il travaglio indotto e il sangue
- La mamma dei neonati morti a Parma resta in carcere
Le bugie di Chiara Petrolini sul Misoprostolo
Da una ricostruzione mandata in onda il 6 dicembre da Mattino Cinque emerge che durante il secondo interrogatorio a Chiara Petrolini viene fatto notare che in precedenza ha riferito di non aver mai sentito parlare del Misoprostolo. Dalle indagini è venuto fuori che in realtà la ragazza avrebbe effettuato ricerche web proprio su quel farmaco.
"Perché ha mentito?", le viene chiesto. La studentessa spiega che non ricordava di aver fatto quella ricerca e che in quel momento viveva "un momento di debolezza", per questo cercava di informarsi se fosse possibile abortire assumendo quel farmaco.
Quindi gli inquirenti le chiedono come le fosse venuto in mente di cercare proprio quel farmaco. Chiara Petrolini risponde di "aver fatto varie ricerche" durante le quali "è venuto fuori" il nome del Misoprostolo.
Il Misoprostolo, come già detto, è un farmaco usato anche per trattare l’aborto spontaneo, ma si assume anche per indurre il travaglio e prevenire ulcere gastriche dovute all’assunzione di FANS.
Le droghe, il travaglio indotto e il sangue
Nel corso del primo interrogatorio Chiara Petrolini ha riferito di non aver mai assunto droghe né sostanze alcoliche durante la gravidanza, ma le sue affermazioni sono state smentite da una testimone: la ragazza avrebbe consumato "tre birre, un mirto" e inoltre avrebbe "fumato erba" il 6 agosto.
Durante il secondo interrogatorio, quindi, gli inquirenti le chiedono conto anche di queste bugie. "Avevo paura del giudizio di tutti", risponde la ragazza. Ma non è tutto: gli investigatori le fanno notare che in precedenza ha riferito di "non aver praticato manovre per accelerare il parto", eppure avrebbe cercato informazioni sul web.
A tal proposito Chiara Petrolini nel secondo interrogatorio ammette di aver effettuato quelle ricerche, ma anche in quel caso si sarebbe trattato di "un momento di debolezza" e aggiunge: "Non ho mai fatto niente di quello che avevo cercato".
Infine, il sangue. Gli inquirenti la incalzano sulle sue precedenti affermazioni: "Non ho visto il sangue", eppure secondo l’autopsia il bambino sarebbe morto a seguito di un "profuso sanguinamento per omessa costrizione del cordone ombelicale". Quindi le vengono chiesti i motivi di questa ulteriore menzogna, e Chiara Petrolini risponde: "Io non ho visto sangue. Quando mi sono svegliata ho visto sangue ma non penso che fosse il suo. Non è una menzogna".
La mamma dei neonati morti a Parma resta in carcere
Il 4 dicembre è arrivata la decisione dei giudici del Tribunale del Riesame di Bologna, che hanno accolto l’istanza della Procura della Repubblica di Parma: Chiara Petrolini resta in carcere, ma l’ordinanza non sarà esecutiva finché la Cassazione non si pronuncerà sul ricorso presentato dalla difesa.
I giudici ritengono non adeguata la misura cautelare degli arresti domiciliari, in quanto il controllo dei propri genitori non sarebbe sufficiente. Ciò è dovuto al fatto che i parti, le morti e le soppressioni dei due cadaveri avrebbero avuto luogo fra le mura domestiche, proprio mentre era presente la famiglia.
In conclusione, Chiara Petrolini potrebbe concepire ancora e ripetere i reati senza destare sospetti.