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Chiara Ferragni indagata per truffa dopo il caso del pandoro Balocco: le mail finite nel mirino della Procura

Analisi della Gdf sul caso Chiara Ferragni-Balocco: al vaglio le mail per programmare la campagna di promozione del pandoro della influencer indagata

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Potrebbe ancora cambiare la posizione di Chiara Ferragni sul caso Balocco: una nuova relazione della Guardia di Finanza evidenzia difatti uno scambio di mail, tra lo staff della influencer indagata e quello dell’azienda dolciaria, nelle quali si parlava di come promuovere il prodotto griffato.

Le indagini su Chiara Ferragni

Con il passare dei giorni, la Guardia di Finanza e la Procura sembrano sempre più indirizzare le indagini sul caso Ferragni-Balocco verso una studiata operazione di marketing, nonostante le dichiarazioni su possibili “errori di comunicazione” fatte dalla nota influencer.

Con una nuova relazione infatti, e con l’informativa con i risultati delle indagini dell’Antitrust sul caso presentata al procuratore aggiunto Eugenio Fusco, si inizia a sospettare che l’intera operazione commerciale fosse stata programmata in ogni dettaglio.

Chiara Ferragni indagata per truffa dopo il caso del pandoro Balocco: le mail finite nel mirino della ProcuraFonte foto: ANSA
Il pandoro Balocco griffato Chiara Ferragni

Da un fitto scambio di mail tra lo staff di Chiara Ferragni e quello della Balocco difatti, risalenti al 2021 ed evidenziate da una relazione dell’Antitrust, l’ipotesi di reato che si configura è quella di truffa aggravata.

Le mail tra la Ferragni e Balocco

Nello scambio di mail, la Balocco richiedeva di svecchiare l’immagine del pandoro. A tal proposito si è quindi deciso di affidarsi a un reel nel quale Chiara Ferragni si mostra intenta a setacciare lo zucchero rosa del pandoro griffato.

Da lì in poi, la macchina del marketing social dell’influencer si sarebbe attivata con tutti gli strumenti necessari, dai comunicati ai tag, il tutto a fronte di un pagamento di un milione di euro.

C’è poi il problema della donazione di fondi all’ospedale per bambini Regina Margherita di Torino, comunicato in un modo che, proprio secondo la Balocco, avrebbe potuto trarre in inganno i consumatori, mentre per lo staff della Ferragni si trattava solo di una strategia comunicativa.

L’ipotesi di truffa aggravata

Mentre la Balocco scrive chiaramente allo staff della Ferragni che sarà essa stessa a risultare “come donatrice. La donazione sarà nel 2022, solo dopo che avremo svelato al mercato il nostro comune progetto, quindi indicativamente dopo maggio”.

Dall’altro lato, consci delle intenzioni e della donazione già effettuata dall’azienda dolciaria, la Ferragni ha continuato a veicolare messaggi promozionali per l’iniziativa benefica, associando le vendite del pandoro al reperimento dei fondi.

Una dinamica che, a quanto pare, la Balocco avrebbe preferito evitare, come chiarito in una mail: “In realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante”. Ed è proprio su questi punti che si sta concentrando il lavoro del pm, che dovrà decidere se configurarli come “artifici e raggiri”. Al vaglio c’è l’ipotesi di truffa aggravata.

ferragni-2 Fonte foto: ANSA
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