Chi sono i parcheggiatori abusivi a Napoli che guadagnano fino a 3500 euro: la rivelazione di Borrelli
Il "mestiere" di parcheggiatore abusivo a Napoli si rivela redditizio: i guadagni vanno da un minimo di 1.500 fino a 3.500 euro. La denuncia del deputato Francesco Emilio Borrelli
Il deputato di Avs Francesco Emilio Borrelli fa chiarezza sulla figura del parcheggiatore abusivo, che a Napoli così come in molte altre città d’Italia, soprattutto al Sud, infesta interi quartieri tormentando gli automobilisti. Spesso dietro di loro ci sono i clan. E i loro guadagni possono arrivare anche a 3.500 euro, completamente esentasse perché in nero.
- Quanto guadagna un parcheggiatore abusivo
- Che reato commettono i parcheggiatori abusivi
- Quali tutele per i cittadini
Quanto guadagna un parcheggiatore abusivo
La battaglia di Borrelli contro i parcheggiatori abusivi dura ormai da decenni: la prima denuncia la fece a 18 anni, quando rifiutandosi di pagare l’obolo per il posteggio della Vespa si prese un pugno in faccia.
In genere, ha raccontato il deputato al Corriere del Mezzogiorno, i parcheggiatori si concedono un giorno di riposo a settimana, nel quale, d’intesa con il clan di riferimento, si fanno sostituire dagli extracomunitari.
I guadagni vanno da un minimo di 1.500 a un massimo di 3.500 euro mensili. Spesso i parcheggiatori reinvestono i capitali guadagnati in B&B o altre strutture, diventando imprenditori.
Chi non intesta nulla a sé stesso, avendo guadagni esclusivamente in nero, risulta nullatenente con i vantaggi che ne derivano: Isee basso che dà diritto a una serie di bonus e agevolazioni (Reddito di cittadinanza ieri e Adi oggi) e nessun rischio di dover risarcire una controparte in caso di condanna in sede civile.
Michele Ortone, giovane ex camorrista e oggi collaboratore di giustizia, ha svelato come funziona il business.
Ortone ha raccontato che, ad esempio, a Napoli sono riconducibili al clan Esposito il parcheggio di Coroglio, quello di Agnano fuori dall’ippodromo, quello nei pressi del Med e quello vicino al Palapartenope. Altre zone sono in mano ad altri clan.
E poi ci sono i parcheggi vicini a cinema, discoteche, locali notturni, zone della movida e zone vicine agli uffici pubblici. Napoli, ma anche altre città, sono di fatto lottizzate e i clan si spartiscono il ricco racket dei parcheggi abusivi.
Non sono taglieggiati solo gli automobilisti, che rischiano aggressioni o danni al veicolo in caso decidano di non pagare. Secondo quanto raccontato da Ortone i locali sarebbero costretti a versare ingenti somme di denaro nelle casse dei clan in determinati periodi dell’anno, soprattutto in primavera ed estate.
Che reato commettono i parcheggiatori abusivi
Secondo il codice della strada (art 7, comma 15) “coloro che esercitano senza autorizzazione […] l’attività di parcheggiatore o guardiamacchine sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 769 ad euro 3.095”. Multa che, come detto, chi risulta nullatenente non è tenuto a pagare.
La normativa prescrive aggravanti in caso di recidiva ed è inoltre “sempre disposta la confisca delle somme percepite”.
Se nel corso dell’attività abusiva si commettono altri reati (minacce, lesioni, danneggiamento, eccetera) si viene perseguiti in sede penale.
Quali tutele per i cittadini
Non sempre la giustizia aiuta chi denuncia. A titolo esemplificativo, finì sui giornali la vicenda di una ragazza palermitana che nel 2012 testimoniò in merito alla presenza di un posteggiatore abusivo particolarmente aggressivo in un determinato luogo della città.
La giovane venne risucchiata in un vortice kafkiano durato anni: ad ogni udienza il posteggiatore, puntualmente, non si presentava e il giudice si limitava a disporre il rinvio. La ragazza venne costretta a chiedere permessi su permessi, con perdite economiche dal momento che seguiva un corso di formazione con frequenza obbligatoria e gettone di presenza a giornata.
Nella denuncia, inoltre, figurava il nome e il cognome della giovane, fatto che la espose a potenziali ritorsioni da parte del posteggiatore. La sua storia venne raccontata da Nanopress e PalermoToday.
