Chi era Ezio Bosso e il ricordo a Sanremo di Carlo Conti che lo invitò nel 2016, la malattia e com'è morto
Sanremo 2025 si apre con il ricordo di Ezio Bosso, che calcò il palco nel 2016 entusiasmando il pubblico e abbracciando Carlo Conti
La prima serata della 75esima edizione del Festival di Sanremo si apre all’insegna del ricordo di Ezio Bosso, virtuoso musicista torinese morto nel 2020. E la memoria va all’esibizione sul palco dell’Ariston del 2016 che entusiasmò e commosse il pubblico, impeccabile nonostante la malattia, una neuropatia motoria multifocale, e all’abbraccio con Carlo Conti.
Ezio Bosso a Sanremo 2016
“Ezio, sei a Sanremo!”, aveva esclamato Carlo Conti. La risposta ironica di Ezio Bosso: “Che ci faccio qui?”.
Una sorta di predestinazione: Conti aveva ricordato un momento dell’infanzia del musicista e quella portinaia che gli diceva sempre “Un giorno andrai a Sanremo”. Il giovane Ezio Bosso la incontrava ogni giorno, quando scendeva da casa per recarsi al Conservatorio Verdi.
Fonte foto: ANSA
L’abbraccio fra Ezio Bosso e Carlo Conti a Sanremo 2016
L’esordio di Ezio Bosso
Il primo disco che vide la sua partecipazione, Vacanze, uscì nel 1988. Ezio Bosso l’aveva pubblicato con la band Statuto suonando come bassista.
Lui, fin da adolescente, aveva studiato contrabbasso al conservatorio. A spingerlo verso la musica, il fratello e una zia che suonava il pianoforte.
“La musica è come la vita e si può fare solo in un modo: insieme”, disse Ezio Bosso sul palco di Sanremo nel 2016, quando suonò Following a bird, brano tratto dall’album The 12th room uscito l’anno prima.
Ai primi passi a Torino, seguirono studi in Francia e in Austria e lavoro con orchestre un po’ ovunque in Europa.
La svolta arrivò con l’incontro con il contrabbassista viennese Ludwig Streicher, che invitò Ezio Bosso a studiare composizione e direzione d’orchestra nella capitale austriaca.
Negli Anni ’90, Ezio Bosso consolidò il suo nome suonando in giro per il mondo nei teatri più prestigiosi e collaborando con artisti di peso. In Italia lavorò con Pino Daniele.
Ma diresse anche orchestre e scrisse colonne sonore per il cinema: per Gabriele Salvatores compose le musiche di Io non ho paura e Qua vadis, baby?. Dal 2017 divenne direttore stabile al Teatro Verdi di Trieste. Di lui si ricordano l’entusiasmo, l’estro, il virtuosismo e le sfuriate contro chi non spegneva il cellulare in sala.
La malattia
Nel 2011 Ezio Bosso venne sottoposto a un intervento per l’asportazione di un tumore e venne colpito da una sindrome autoimmune neuropatica.
Dopo l’iniziale diagnosi di Sla, si capì che l’artista era malato di una grave forma di neuropatia motoria multifocale, che andò via via compromettendo l’uso delle mani fino a impedirgli del tutto di suonare. Ezio Bosso è morto nel 2020 nella sua casa di Bologna.
