Chef Ruffi apre un ristorante a Milano: i piatti con cibi precotti e surgelati del "peggior cuoco" dei social
A Milano aprirà un ristorante Chef Ruffi, cuoco mascherato e popolare sui social grazie a ricette particolari che prevedono surgelati e cibi precotti
Lo chef Ruffi, fenomeno dal grande seguito sui social e noto per le ricette e ingredienti ben poco ricercati ed elaborati, apre un suo ristorante a Milano. Definito da molti “il peggior cuoco italiano al mondo”, a causa del vasto utilizzo di cibi precotti, surgelati, panna e dadi, può vantare circa 500mila follower sui social curiosi anche di conoscere la sua identità, considerando che mantiene l’anonimato grazie a una maschera. In una recente intervista, lo chef ha affermato di tirare dritto nonostante le critiche e gli insulti, di avere una vasta esperienza alle spalle e di coltivare progetti di espansione in futuro, dopo l’apertura del suo ristorante milanese prevista per l’anno prossimo.
Chef Ruffi apre un ristorante a Milano
I seguaci dello chef Ruffi potranno quindi presto apprezzare le sue pietanze nel mondo reale, oltre che sulle piattaforme social con un “like”.
Il suo stile controverso ne ha fatto, nel frattempo, un fenomeno virale. Un cuoco che non ha paura di utilizzare gli espedienti che le persone comuni usano in cucina tutti i giorni, come un dado vegetale o un alimento precotto.
“Sono già cominciati i lavori” ha ammesso lo chef, parlando del suo ristorante. “Faremo cucina italiana, pizze e piatti cinesi, con musica e spettacoli dal vivo”. E il locale milanese sarebbe soltanto l’inizio.
Formazione italo-cinese
Nell’intervista al Corriere della Sera, Chef Ruffi ha rivelato di aver appreso i segreti della cucina in giro per il mondo, con una menzione particolare per la Cina, dove a suo dire ha imparato “a cucinare cinese meglio dei cinesi”.
Chef Ruffi si ritiene lo “chef più famoso d’Italia”, ma non del mondo: questo perché, secondo la sua opinione, chi non è italiano “non può essere chiamato chef”.
L’Italia e la buona cucina, si sa, sono due concetti che vanno a braccetto, e anche il cuoco mascherato la pensa così. “Da piccolo in Italia è normale che nonne e mamme ti trasmettano l’arte della cucina. Noi italiani siamo tutti un po’ cuochi: chi più chi meno una pasta la fa, la carne sa arrostirla, e non ci vuole tanto a fare un pesce” ha affermato.
Il rapporto con gli haters
Dopo aver parlato dei suoi impegni di lavoro in varie parti del mondo (“Dubai, Inghilterra”) e aver svelato di essere finanziato “da uno sceicco” (ma che lui considera più un amico e un collega), Chef Ruffi si è soffermato sulle tante critiche che costantemente riceve per il suo modo di cucinare.
“Gli haters, quando sei bravo e famoso ci sono, non puoi farci niente” ha affermato, da influencer navigato. “Ma alla fine sono proprio quelli che fanno la fila per una foto, li amo”.
La curiosità sul suo volto e il suo nome sicuramente sono un elemento di grande suggestione. “Non ero pronto per essere riconosciuto dappertutto” ha ammesso, spiegando il motivo di mostrarsi solo con una maschera. “Si immagina la folla, le urla, gli autografi, i selfie? Quando mi svelerò, e sarà presto, diventerò un volto virale”.