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Centinaia di gatti e cani lasciati morire nel deserto ad Abu Dhabi, alcuni in gabbia: la denuncia dell'Oipa

Circa 200 tra cani e gatti sono stati scaricati nel deserto di Abu Dhabi e lasciati a morire di stenti. L'Oipa fa un appello allo sceicco

Pubblicato:

Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Letteralmente, senza abusare di questa parola, lasciati a morire, scaricati come merce avariata. È quanto accaduto a centinaia di gatti e cani nel deserto di Abu Dhabi, sotto il sole cocente, secondo una denuncia presentata dall’Oipa allo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti e governatore di Abu Dhabi. L’allarme è stato lanciato da un gruppo di attivisti.

Cani e gatti abbandonati nel deserto di Abu Dhabi

Si parla di almeno 200 gatti e di decine di cani, tutti abbandonati sotto il sole cocente del deserto di Abu Dhabi senza alcun riparo, senza acqua né cibo e alcuni dei quali all’interno di trasportini di metallo.

È quanto segnalato da alcuni attivisti locali all’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).

Centinaia di cani e gatti sono stati abbandonati nel deserto di Abu Dhabi sotto il sole cocente. Oipa fa appello al presidente degli Emirati Arabi Uniti

Gli animali sono stati rinvenuti nella zona di Al Fahal, nei pressi dell’Abu Dhabi Falcon Hospital, una struttura governativa che si occupa anche della sterilizzazione dei randagi.

Gli attivisti hanno subito segnalato il caso a Oipa International, che in un comunicato fa sapere che le municipalità della zona scelgono periodicamente le Pest Control Companies, aziende che si occupano di sterilizzazione dei randagi.

Tale protocollo, evidentemente, non viene seguito da tutti.

Le dichiarazioni dell’Oipa

Valentina Bagnato, responsabile delle Relazioni Internazionali dell’Oipa, fa sapere che “al momento 96 i gatti e un cane sono stati recuperati ancora vivi, ma in pessime condizioni“.

Quindi: “Gli animali hanno dovuto sopportare una sofferenza prolungata e inaccettabile e, a rendere ancor più sconcertante e incomprensibile quanto successo, gli animali, sia i vivi che i morti, erano microchippati e sterilizzati, alcuni con i punti di sutura dell’intervento di sterilizzazione”.

Il fatto ancora più inquietante è che l’episodio segnalato dagli attivisti non sarebbe isolato, bensì esisterebbero altre discariche (dumping sites) su tutto il territorio degli Emirati Arabi, compresa Dubai.

Le indagini e l’appello allo sceicco

Oipa International fa sapere che il Dipartimento dei Comuni e dei Trasporti di Abu Dhabi ha aperto le indagini per individuare i responsabili.

Valentina Bagnato fa inoltre sapere di aver chiesto a Mohamed bin Zayed Al Nahyan di  “supervisionare e rivedere radicalmente la legislazione riguardante il benessere animale negli Emirati Arabi Uniti nell’ottica di una gestione etica del randagismo”.

Per il momento la magistratura e le forze dell’ordine non possono attuare “due leggi non ancora promulgate in passato”, dunque le risorse giuridiche a disposizione sarebbero ancora limitate.

Fonte foto: Oipa Italia

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