,,

Cecilia Sala a Che Tempo Fa racconta la detenzione in Iran: "Mi interrogavano incappucciata, poi il crollo"

Cecilia Sala racconta la sua detenzione in Iran a Che Tempo Che Fa: dalla paura durante gli interrogatori ai rimedi per non perdere la speranza

Pubblicato:

Negli occhi di Cecilia Sala c’è ancora la paura vissuta in quei drammatici 21 giorni trascorsi nella prigione di Evin, a Teheran, in Iran. La giornalista ha raccontato la sua esperienza a Che Tempo Che Fa di fronte a un Fabio Fazio che l’ha accolta con il trasporto di un fratello maggiore ma soprattutto di un amico. La speaker di Chora Media ha ricordato con particolare orrore i momenti degli interrogatori che si svolgevano con lei incappucciata e il volto girato verso il muro.

Cecilia Sala a Che Tempo Che Fa

Cecilia Sala arriva nello studio di Che Tempo Che Fa accolta da un applauso scrosciante. Fabio Fazio l’abbraccia timidamente e lei, altrettanto timidamente, fa per sedersi sulla poltrona di fronte all’acquario ma la standing ovation del pubblico non è ancora finita.

L’emozione è palpabile, ma quando l’ovazione volge al termine i due interlocutori arrivano dritti al punto. Cecilia Sala lo dice apertamente: non avrebbe immaginato che tra le sbarre del carcere di Evin sarebbe rimasta solamente 21 giorni.

cecilia sala che tempo che faFonte foto: ANSA
Il momento dell’incontro tra Cecilia Sala e Giorgia Meloni all’aeroporto di Ciampino, quando la giornalista è rientrata in Italia. Ospite a Che Tempo Che Fa, Sala ha raccontato la sua detenzione in Iran

Quindi Fabio Fazio manda in onda quella che lui stesso chiama “l’Italia durante la detenzione di Cecilia Sala“, ovvero alcuni stralci dei telegiornali che hanno parlato della scomparsa della giornalista dopo la sua avvenuta detenzione.

Poi i discorsi dei politici, gli appelli e quel filmato ormai passato alla storia in cui Cecilia Sala, una volta scesa dall’aereo, corre tra le braccia del fidanzato Daniele Raineri. Poi inizia il racconto di quei giorni di terrore.

Gli interrogatori

Mentre Cecilia Sala inizia a raccontare i suoi 21 giorni di prigionia sottolinea un aspetto: quando ci si trova nel carcere di Evin “sei sempre solo anche quando non sei solo. Quando sei interrogato sei incappucciato, faccia al muro”.

A interrogarla c’era sempre e solo un ufficiale, lo stesso. Per quindici giorni la giornalista è stata ascoltata da “una persona colta” che dimostrava di “conoscere bene l’Italia”. Ad esempio, una volta le sarebbe stato chiesto se preferisse la pizza romana o la pizza napoletana. “Solo chi è stato in Italia conosce queste cose”. Ma per quanto questo dettaglio potesse sembrare goliardico, dall’altro va detto che faceva parte di una strategia.

Cecilia Sala, infatti, racconta che i colloqui avvenivano in un’altalena di punti emotivi: in un momento si facevano tranquillidistesi, poi arrivava l’affondo con brutte notizie, durante le quali il detenuto si fa più vulnerabile.

“Il giorno prima della mia liberazione, annunciata alle 9 di mattina dell’8 gennaio, era durato 10 ore“. Durante questo interrogatorio Cecilia Sala è crollata e per questo le è stata data una pasticca per calmarla, che lei ha accettato di assumere senza troppi indugi.

La paura nella cella

Dai corridoi del carcere Cecilia Sala poteva sentire i lamenti delle altre persone incarcerate: alcuni piangevano, altri cercavano di farsi del male e altri vomitavano.

“C’era una ragazza che in cella prendeva la rincorsa per sbattere la testa“. Lei, per non perdere il suo equilibrio, si aggrappava ai ricordi delle cose belle e leggeva gli ingredienti del cibo, ma passava il tempo anche “contando le dita delle mani” e “ripassando le tabelline”.

cecilia-sala-che-tempo-che-fa Fonte foto: ANSA
,,,,,,,,