Catasto, Salvini vuole un impegno scritto: i nodi della delega fiscale
Il leader della Lega vuole rassicurazioni sulla revisione del sistema catastale contenuta nella riforma del Fisco
Matteo Salvini non si fida e in merito alla delega fiscale continua l’offensiva sul governo, facendo leva sulla riforma del catasto che vuole per iscritto così da scongiurare l’eventuale aumento delle tasse sulla casa, nonostante questo rischio sia già stato escluso da Draghi. Il presidente del Consiglio e il leader della Lega si incontreranno nelle prossime ore per chiarirsi sul punto.
Catasto, Salvini vuole un impegno scritto: i timori della Lega
“Chiedo di togliere quel comma dell’aggiornamento, tutto il resto va benissimo. A me interessa che nessuno paghi un euro di più: nella delega fiscale questo non c’è scritto. Sull’Iva si parla di rimodulazione, precisiamo in basso? Altrimenti dopo Draghi si alzano le tasse, bastano due righe” ha detto Salvini.
“Se Draghi mi dice non aumento le tasse, mettiamolo per iscritto. Di lui mi fido, di altri no. Se viene un Monti? Con quella delega in bianco uno può aumentare le tasse e qualcuno mi direbbe, Salvini ma tu c’eri? Aumentare le tasse non è un problema per la Lega, ma per le associazioni, l’edilizia” ha aggiunto ancora il segretario della Lega.
La delegazione del suo partito in Consiglio dei ministri ha disertato la seduta nella quale il governo dopo mesi di preparazione ha approvato la delega fiscale che porterà a un sistema “più efficiente e meno distorsivo”.
Catasto, Salvini vuole un impegno scritto: i punti della delega fiscale
I dieci articoli della delega riguardano la riforma del Fisco, compresi l’accorpamento dell’Agenzia delle Entrate con l’ex Equitalia e la semplificazione delle addizionali che diventeranno sovraimposte.
Tra i principali provvedimenti la revisione dell’Irpef, puntando l’intervento sui “giovani” e “secondi percettori del reddito” per incentivare l’accesso al mercato del lavoro, ma anche di tutto il sistema del prelievo sul reddito di impresa in cui si inserirà anche il “graduale” superamento dell’Irap, pur assicurando le risorse alla sanità.
Anche l’Ires sarà rivista in un processo che porterà a modificare aliquote e base imponibile per avvicinare il prelievo “progressivo” a quello dei redditi da capitale che a loro volta dovrebbero arrivare, a fine percorso, ad avere una aliquota uniformata. L’obiettivo è quello di completare il “sistema duale” con la distinzione tra redditi da lavoro e redditi da capitale, mettendo mano anche alle imposte sostitutive (le commissioni hanno esplicitamente richiesto di lasciare fuori la flat tax).
Ma a provocare i contrasti maggiori nell’esecutivo rimangono le rendite catastali, per il timore del centrodestra e dei proprietari di casa rappresentati da Confedilizia, che una revisione del catasto porti a un aumento delle tasse sulla casa. Eventualità sconfessata dal premier Mario Draghi.
Il testo prevede che i nuovi criteri per la classificazione degli immobili (valori patrimoniali accanto alle rendite, aggiornamento periodico, regole ad hoc per quelli storico-artistici) saranno rilasciati solo a partire dal 1 gennaio 2026 e che in ogni caso non andranno utilizzati “per la determinazione della base imponibile dei tributi”.
L’intenzione dell’esecutivo nella prima fase, è di lavorare sugli strumenti a disposizione di Comuni e Agenzia delle Entrate per l’emersione di immobili e terreni fantasma che toccherà poi al governo e alla maggioranza in carica tra cinque anni decidere se e come utilizzarla.