Caso Open Arms? La risposta provocatoria di Salvini
Il leader della Lega, presente a Palermo, ha risposto con una provocazione all'ipotesi processo per il caso Open Arms
Dopo il caso Gregoretti, il cui esito è ancora in dubbio in attesa della decisione del Senato il 12 febbraio prossimo, Matteo Salvini apre alla possibilità di finire a processo anche per la Ong Open Arms per la quale tanto si è battuto nei mesi scorsi affinché non arrivasse lo sbarco dei migranti.
Presente a Palermo per una visita istituzionale al governatore regionale Nello Musumeci e per una convention con i dirigenti della Lega, il leader del Carroccio ha dichiarato: “Io di sbarchi ne ho bloccati 30 o 40: non so se vogliono processarmi 40 volte per la stessa cosa”.
Poi ha provocato: “Ho chiesto di essere mandato a processo per capire se ho esercitato il mio diritto dovere di ministro e di italiano di difendere la Costituzione o se sono un criminale che merita 15 anni di galera. Sono curioso di andare in quel tribunale: ci andrò con un vestito elegante“.
Citofonata a Bologna, Salvini svela un dettaglio
Poi, cavalcando l’onda della polemica mai spenta sulla citofonata fatta al Pilastro nel corso di una visita a Bologna, Salvini ha ammesso: “Ogni strumento utile per combattere la diffusione della droga e della morte per me è lecito. Stamattina uno dei primi messaggi che ho ricevuto e che mi ha riempito il cuore è stato quello di alcune mamme residenti in quella periferia di Bologna che mi hanno ringraziato perché stranamente da una settimana non si vedono più spacciatori“.
“Magari si sono spostati di un chilometro, magari torneranno la settimana prossima. Però aver denunciato che quel quartiere soffre di traffico di droga, almeno per qualche giorno ha dato respiro alla gente del quartiere“, ha concluso Salvini.