Caso Emanuela Orlandi, messaggio sulla "cassetta delle sevizie" svela il "ricatto" al Papa: la nuova scoperta
Caso Emanuela Orlandi: il lato A della "cassetta delle sevizie" svela il ricatto al Papa? Il messaggio decifrato e l'autore del nastro
Il lato A del noto nastro delle “sevizie” relativo alla scomparsa di Emanuela Orlandi conterrebbe un ricatto al Papa. Si parla proprio del nastro che i presunti rapitori della cittadina vaticana, svanita nel nulla il 22 giugno 1983, fecero trovare il 17 luglio dello stesso anno in via Dataria. A fare clamore fu il lato B, il cui contenuto è noto, che riportava una voce femminile in stato di sofferenza. Sull’origine di quella voce la famiglia della ragazza scomparsa, spesso rappresentata dal fratello Pietro Orlandi, non ha dubbi: sarebbe proprio quella di Emanuela. Sui contenuti del lato A, quindi, sarebbe stato fatto un passo avanti.
- Decriptato il lato A del nastro delle sevizie
- Il contenuto del lato A
- La voce di Marco Accetti nel caso Emanuela Orlandi
Decriptato il lato A del nastro delle sevizie
A riportare i nuovi elementi contenuti nella “cassetta delle sevizie” del caso Orlandi è il Corriere della sera. Secondo l’autore dell’articolo, Fabrizio Peronaci, grazie a “una nuova consulenza fonica e al recupero di vecchi atti” è ora possibile conoscere il contenuto del messaggio presente sul lato A del nastro con parole che si stringerebbero intorno al Vaticano e allo Stato Italiano.
Brevemente, la voce registrata del presunto rapitore avrebbe posto in accusa e la Santa Sede e lo stesso – allora – presidente della Repubblica Sandro Pertini con effetto domino.
Il messaggio contenuto nel lato A della “cassetta delle sevizie” del caso Emanuela Orlandi è stato decriptato? L’indiscrezione parla di un atto d’accusa contro il Papa e lo Stato Italiano
Parliamo di “effetto domino” in quanto, altrettanto brevemente, la voce avrebbe accusato il Vaticano – nella persona del cardinal Casaroli, allora Segretario di Stato – di non aver dato un trasparente peso mediatico alle richieste dei rapitori, tanto meno di aver interceduto con il presidente Pertini con l’unica richiesta fino a quel momento – e nota anche oggi – avanzata: la liberazione del terrorista turco Ali Agca. Soddisfatta tale richiesta, Emanuela Orlandi sarebbe tornata a casa.
Un altro aspetto della notizia data dal Corriere è quella dell’origine della voce registrata nel lato A del nastro: una nuova perizia dell’ingegnere Marco Arcuri ha stabilito che quel timbro appartiene a Marco Fassoni Accetti, cui è già stata attribuita la voce dell'”Amerikano” dallo stesso perito.
Sarebbe stato Accetti, dunque, a registrare il comunicato presente nel lato A della “cassetta delle sevizie”.
Il contenuto del lato A
Corriere della sera, quindi, riporta il contenuto del lato A della “cassetta delle sevizie”.
Doveroso è premettere che il nastro fu ritirato in via Dataria da un cronista dell’Ansa dopo la telefonata di un misterioso interlocutore che parlava fluentemente l’italiano, senza i presunti tentativi di mimare un accento straniero che oggi vengono attribuiti ad Accetti.
Nel lato A, la voce si esprime in un contesto rumoroso e disturbato nel quale è anche possibile udire il suono delle pagine sfogliate durante la lettura.
Riportiamo alcuni estratti:
Rendiamo noto alla pubblica opinione come gli inquirenti della Repubblica italiana, adducendo distorsioni economiche alla nostra richiesta, non riportino la minima conoscenza dei nostri presunti movimenti nel quadro della malavita organizzata italiana, dimostrando una anomalia nei confronti della tradizione informativa. Questo trova spiegazioni nella nostra estraneità ad ogni settore della vita pubblica e non pubblica italiana.
La voce accuserebbe “la diplomazia vaticana” di un'”opera di copertura” ed esprime “disappunto per disinformazione e la mancanza completa di ogni minimo atto di volontà in riferimento alla consegna del detenuto Ali Mehmet Agca”.
Per questo motivo i rapitori avrebbero scelto di stringere l’operazione intorno al Vaticano stabilendo che da quel momento avrebbero comunicato esclusivamente “al Segretario di Stato cardinale Casaroli l’iter tecnico da seguire per l’uscita territoriale di Ali Mehmet Agca”.
C’è di più: date le ripetute richieste – Emanuela Orlandi era scomparsa da meno di un mese – di fornire delle prove sullo stato in vita della 15enne, la voce considera tale possibilità “in contraccambio del primo effettivo apporto in direzione della consegna del detenuto Ali Mehmet Agca”.
Brevemente: il Vaticano avrebbe dovuto dimostrare l’avvio dell’iter di liberazione di Agca in cambio di una prova fotografica dello stato di salute di Emanuela Orlandi.
La voce di Marco Accetti nel caso Emanuela Orlandi
Come già detto, secondo una nuova perizia dell’ingegnere Arcuri la voce presente sul lato A della “cassetta delle sevizie” sarebbe proprio quella di Marco Fassoni Accetti, lo stesso che dal 2013 si attribuisce un ruolo centrale nella scomparsa di Emanuela Orlandi ma anche in quella di Mirella Gregori.
Secondo Arcuri la corrispondenza avrebbe raggiunto una percentuale del 78%, un numero che supera di gran lunga la soglia del 55%, considerata quella di compatibilità minima.