Caso di peste bubbonica tramite il suo gatto, uomo infettato in Oregon: potrebbe essere colpa delle pulci
Un cittadino dell'Oregon, negli Stati Uniti, è stato infettato dalla peste bubbonica. L'uomo avrebbe contratto la malattia dal suo gatto
Negli Stati Uniti, in Oregon, un uomo ha contratto la peste bubbonica (nella forma più comune e diffusa della malattia, quella causata dal batterio Yersinia pestis). Il paziente, secondo quanto riportato dai servizi sanitari locali, sarebbe stato infettato dal suo gatto domestico, presumibilmente infettato dalle pulci.
Il caso di peste bubbonica in Oregon
Il dottor Richard Fawcett, ufficiale sanitario della contea di Deschutes, dove risiede l’uomo, ha dichiarato che tutti i contatti stretti del paziente e del suo animale sono stati avvisati e forniti di farmaci preventivi.
Il caso è stato individuato tempestivamente e per fortuna il rischio di diffusione all’interno della comunità sarebbe molto basso. Inoltre, sembra che il paziente stia rispondendo positivamente alla terapia antibiotica.
Micrografia elettronica a scansione raffigurante una massa di batteri Yersinia pestis (la causa della peste bubbonica)
La diffusione negli Stati Uniti e nel mondo
L’episodio ha suscitato preoccupazione poiché non si registravano casi di peste in Oregon dal 2015, quando una ragazza venne contagiata durante una battuta di caccia e finì in terapia intensiva.
L’ultima epidemia negli Usa si è verificata nel 1924-1925 a Los Angeles, e da allora la malattia si è manifestata principalmente nelle aree rurali, con una media di 10-15 casi all’anno.
In Europa la malattia non è più presente in forma autoctona da diversi decenni, come spiegato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
Secondo i dati dell’Oms, tuttavia, l’infezione batterica ancora oggi colpisce un numero significativo di persone ogni anno, soprattutto in Africa, Asia e Sudamerica.
Sintomi e cura
La peste bubbonica coinvolge il sistema linfatico, e si manifesta con una febbre improvvisa, nausea, debolezza, brividi, dolori muscolari e/o linfonodi gonfi e ingrossati (bubboni) che possono evolvere in piaghe aperte piene di pus.
Se l’infezione si diffonde, e non viene diagnosticata in tempo, può anche sfociare in peste setticemica (quando si diffonde al sangue) o polmonare (quando si diffonde ai polmoni). Queste forme di peste sono più gravi e difficili da trattare.
Oggi questa malattia fa meno paura che in passato (vedi la peste nera che colpì l’Europa nel XV secolo). Grazie alle terapie antibiotiche il rischio di decesso si è infatti ridotto a meno dell’11%.
Le probabilità di guarigione si riducono però in caso di peste polmonare o setticemica: in questi casi la terapia deve essere avviata nelle 24 ore successive alla comparsa dei sintomi.