Caso Aurora Leone in Nazionale Cantanti: scatta la querela
L'ex direttore generale dell'Associazione Nazionale Italiana Cantanti Gianluca Pecchini ha deciso di querelare l'attrice dei The Jackal Aurora Leone
Dopo giorni di polemiche in seguito all’esplosione del caso Aurora Leone, l’ex direttore generale dell’Associazione Nazionale Italiana Cantanti, Gianluca Pecchini, ha deciso di querelare l’attrice dei The Jackal. Aurora Leone aveva accusato Pecchini di averla esclusa, in quanto donna, dalla cena della squadra che aveva preceduto la Partita del Cuore a Torino. In seguito all’episodio, Pecchini aveva rassegnato le sue dimissioni. Ora, però, è arrivato il nuovo attacco.
Queste le parole di Gianluca Pecchini riportate da ‘TgCom24’: “Alla luce dei molteplici e continui attacchi mediatici ho deciso di presentare querela nei confronti di Aurora Leone e di chi con lei mi ha leso nella reputazione“.
Pecchini ha spiegato di essersi rivolto all’avvocato Gabriele Bordoni per “tutelare i miei diritti, la mia immagine e, soprattutto, la mia dignità di uomo e di professionista“.
Pecchini querela Aurora Leone: parla l’avvocato
L’avvocato Gabriele Bordoni ha precisato: “L’iniziativa assunta con querela per diffamazione aggravata presso la Procura di Torino è stata necessaria per ristabilire la verità dei fatti“.
Poi ha aggiunto: “L’utilizzo diretto e personale dei sistemi di comunicazione di massa consente ampia libertà di espressione a chiunque ed è un valore da salvaguardare che va tenuto però ben distinto dalla loro strumentalizzazione. La critica e le opinioni sono sacrosante, ma non lo è affatto la propalazione di notizie infondate, confuse e lesive, tali da innescare in poche ore la demolizione della reputazione di una persona, difficilmente recuperabile in seguito”.
Ancora Bordoni: “Si pensa in questi giorni di introdurre una legge a contrasto della discriminazione per motivi fondati sul sesso o sul genere, ma si ripensa anche di riattivare forme di censura a contrasto della disinformazione, soprattutto attraverso la Rete. Sono sintomi di un malessere culturale e sociale, potenzialmente inducenti pericolose derive che nella vicenda di Pecchini trovano occasione per essere considerate e discusse”.
la chiosa finale: “Intanto, va tutelata nella sede competente la dignità di un uomo, della sua famiglia e del suo lavoro, proteggendolo dal linciaggio morale e da superficiali, frettolose quanto feroci condanne mediatiche, disancorate dalla reale dimensione dei fatti. Tanto si impone in uno stato di diritto”.
La versione di Enrico Ruggeri
Su ‘Facebook’, il cantante Enrico Ruggeri ha fornito la sua ricostruzione dei fatti su quanto accaduto nelle ore che hanno preceduto la Partita del Cuore.
Il messaggio si apre così: “Aurora e Ciro sono stati invitati dalla squadra avversaria. Abbiamo deciso comunque di ospitarli nel nostro albergo. Non so quando, ma evidentemente a un certo punto viene detto loro che solo Ciro avrebbe giocato: presumo che, non essendo noi riusciti a trovare nessuna cantante donna disposta a giocare con noi, come invece altre volte era successo, anche i nostri avversari abbiano pensato di schierare una squadra solo maschile… Per onestà dico che non so quando questa decisione sia stata comunicata ad Aurora, in realtà io non la conoscevo, ma va detto che il problema non era di nostra competenza”.
Poi si legge: “Per fortuna noi avevamo da tempo scelto di dare comunque un segnale chiamando a dirigere la partita una terna arbitrale femminile (ci piaceva che una donna decidesse e noi fossimo costretti ad ubbidire…)”.
Ruggeri ha aggiunto: “Da 40 anni la nostra abitudine è quella di allestire un tavolo per la squadra, uno per lo staff e altri per gli ospiti, di qualunque sesso siano: ci vediamo solo alle partite, siamo sottoposti a sollecitazioni di ogni tipo e ci sembra bello parlare tra noi per un’ora per cementare la nostra unione. Quindi ESCLUDO NEL MODO PIÙ ASSOLUTO che una persona pacata, intelligente ed avveduta come Gianluca Pecchini abbia pronunciato una frase suicida come ‘non puoi sederti perché sei una donna’! Purtroppo non ero a tavola, mi è stato raccontato di un alterco tra Ciro e un membro dello staff, una deprecabile lite tra DUE UOMINI: non so chi avesse ragione, non c’ero, ma mi è stato detto che si è trattato di un momento molto antipatico da ambo le parti, conclusosi con un ‘adesso sono ca*zi vostri’…relata refero”.
Il messaggio prosegue così: “Quando esplode ‘la bomba’ ci spaventiamo, cerchiamo di capire e porre rimedio, parlando tra noi fino a notte fonda. La mattina scopriamo che Eros, senza dirci nulla, è partito abbandonando la nave: si diffonde il panico. Inizia una riunione che si protrae per 8 ore, mentre arrivano notizie e pressioni di ogni tipo. ‘Non giochiamo!’, ‘Dissociamoci!’, ‘Perché’, dico io, ‘non abbiamo nessuna colpa, siamo qui per raccogliere fondi!’, ‘Io ho il singolo in uscita!’, ‘Sono fuori con la prevendita!’. ‘Ho chiesto a tizia un feat e magari adesso mi dice di no!’ Nel frattempo, mi dicono che devo dire qualcosa al TG4, sono agitato, voglio salvare la partita a tutti i costi, tutti mi stanno addosso…e sbaglio una frase: invece di dire ‘se non vede questo TG qualcuno glie lo dica’ mi esce un infelicissimo ‘se qualcuno la conosce’, che probabilmente suona come un ‘non so chi sia’. Non era quello che volevo dire, ma peggioro ulteriormente la situazione”.
E ancora: “Poi uno di noi ha un’idea: ‘se Pecchini si dimette e si prende tutte le colpe noi giochiamo’. Pecchini per salvare l’evento accetta, rovinando la vita a se stesso e alla sua famiglia (qualche giorno dopo sua figlia avrà un attacco di cuore da stress). La stessa persona che lo getta nel precipizio cambia idea e decide comunque di non giocare, seguito da altri… Provo a usare parole come ‘amicizia’, ‘valori’, ‘lealtà’, ma trovo molti sguardi rivolti al pavimento. Andiamo allo stadio su un pullman semivuoto, io e una decina di persone vere, li ringrazierò per tutta la vita. In albergo c’è perfino uno che dice ‘vado in bagno e arrivo subito’, si nasconde nei corridoi e stacca il telefono”.
La chiosa finale: “Questo è quello che è successo, nulla di più e nulla di meno e la cosa che più mi rattrista è che per ‘un fatto’ che nella realtà non era neppure ‘un fatto’ sia stata rovinata un’iniziativa bella come quella della partita del cuore che in questi anni aveva reso felici molte persone, me per primo”.