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Case green dal 2030 in classe D: cosa significa, quanto costa e quali edifici coinvolge la direttiva europea

Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sulle case green: ecco cosa prevede e quali saranno le migliorie da apportare per raggiungere la classe D

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Via libera dal Parlamento europeo alla direttiva sulle “case green”. Il testo prende spunto dalle stime della Commissione europea e prevede la riduzione delle emissioni degli edifici pubblici e privati entro il 2030 per arrivare, nel 2050, alla neutralità. Una norma approvata non senza polemiche tra le forze politiche, che ora passerà all’esame del cosiddetto “trilogo”, ovvero i negoziati informali a cui prendono parte rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione europea.

Cosa prevede la direttiva sulle case green

Il testo è passato con 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astenuti. Secondo quanto stabilito dalla norma, entro il 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E. Nel 2033 scatterà l’obbligo di guadagnare un’ulteriore classe energetica, per arrivare alla D, fino a giungere entro il 2050 alle emissioni zero.

Per raggiungere questi obiettivi servono interventi di miglioria come il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione e pannelli solari.

Case green e classe D, i controlli affidati ai singoli governi

Per quanto riguarda gli edifici della pubblica amministrazione le norme sono ancora più stringenti, poiché l’approdo nelle classi E e D è anticipato di tre anni rispetto a quanto previsto per i privati. Inoltre, gli edifici di nuova costruzione privati dovranno essere a emissioni zero già a partire dal 2028 (2026 per gli edifici pubblici).

Spetterà ai governi nazionali, una volta entrata in vigore la direttiva, stabilire quali sanzioni applicare e come procedere ai controlli. Ogni Paese ha la possibilità di esentare dalle nuove regole fino al 22% degli immobili.

Quali sono gli edifici esentati dal raggiungimento della classe D entro il 2030

Dagli interventi sono esclusi monumenti, palazzi storici, chiese e altri edifici indipendenti oltre alle case vacanza (abitate meno di 4 mesi all’anno) e alle abitazioni indipendenti con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati. Uno dei primi passi per l’introduzione della normativa sarà la revisione delle classi energetiche per rendere la classificazione omogenea in tutti i Paesi dell’Unione.

Case green dal 2030 in classe D: cosa significa, quanto costa e quali edifici coinvolge la direttiva europeaFonte foto: 123RF

I pannelli fotovoltaici possono aiutare a guadagnare classi energetiche

Per individuare la classe G – l’ultima – si è stabilito che dovrà comprendere il 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro.

Case green, le stime dell’Ance sui costi

Nei piani nazionali di ristrutturazione sono previsti aiuti e sostegni per facilitare i lavori di miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni. In particolare, l’obiettivo è sovvenzionare le ristrutturazioni con le prestazioni energetiche peggiori e aiutare le famiglie meno abbienti.

Secondo le stime dell’Ance, entro il 2030 in Italia sarebbero 2 milioni gli edifici da riqualificare energeticamente. “Questo significa – segnalava l’associazione dei costrittori – che ogni anno fino al 2033, dovranno essere ultimati oltre 200.000 interventi su singoli edifici, per un costo che può aggirarsi tra i 40 e i 60 miliardi di euro”.

Case green dal 2030 in classe D: cosa significa, quanto costa e quali edifici coinvolge la direttiva europea Fonte foto: 123RF
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