Cani azzannano e uccidono una donna a Latina, avevano già aggredito un'altra persona: il precedente
Gli stessi cani che hanno ucciso una donna a Latina avevano aggredito un'altra persona una settimana prima. Indagini sui mancati interventi dell'Asl
Un precedente inquietante emerge dopo la tragedia avvenuta a Latina, dove una donna è stata uccisa da un branco di cani. Gli stessi animali, una settimana prima, avevano già aggredito un’altra persona nella stessa abitazione. L’episodio solleva interrogativi sulla gestione degli animali e sulle misure di sicurezza che avrebbero potuto evitare la tragedia.
Il precedente a Latina
Secondo i primi accertamenti, il branco di cani aveva attaccato una giovane donna il 4 gennaio scorso nello stesso giardino in cui si è consumata la tragedia recente.
Come riporta La Repubblica, in quell’occasione il proprietario dell’immobile era intervenuto in tempo, riuscendo a liberare la vittima dalla morsa degli animali, pur rimanendo ferito.
L’esterno del giardino in cui vivevano i cani che hanno ucciso una donna a Latina
La vittima dell’aggressione era stata soccorsa e aveva riportato ferite non letali.
I cani vivevano in condizioni di degrado
Gli animali vivevano in condizioni di degrado e malnutrizione all’interno del giardino di una casa semiabbandonata.
Già dopo la prima aggressione, i veterinari della Asl erano intervenuti per prendere in custodia i cani, ma senza successo, a causa dell’assenza del proprietario. Nessuna misura concreta è stata adottata per mettere in sicurezza l’area o trasferire gli animali in strutture adeguate.
Questo mancato intervento ha lasciato i cani, già considerati pericolosi, liberi di agire, portando al tragico epilogo della scorsa notte.
Il precedente dimostra come la pericolosità della situazione fosse già evidente, ma le misure adottate siano state insufficienti. La mancata gestione degli animali, combinata con le condizioni di degrado dell’immobile, ha creato una situazione che si è trasformata in tragedia.
L’inchiesta sulla morte della donna
L’inchiesta avviata dalla Procura di Latina punta a chiarire le responsabilità per il mancato sequestro degli animali. Tra le questioni chiave da approfondire c’è la gestione dell’intervento successivo alla prima aggressione:
- Perché i cani non sono stati presi in custodia nonostante la loro pericolosità?
- Quali azioni avrebbe potuto intraprendere il proprietario per evitare nuove aggressioni?
Le autorità stanno verificando se ci siano state negligenze nella catena decisionale che avrebbero permesso ai cani di restare liberi e senza controllo.