Camionista prende a cinghiate migranti a Ventimiglia per farle scendere dal tir, polemica delle associazioni
Sconcerto per il video in cui un camionista aggredisce le migranti che si erano nascoste nel suo tir a Ventimiglia. L'allarme delle associazioni
Ha provocato un sentimento di profonda indignazione la vicenda del camionista che a Ventimiglia ha aggredito con inaudita violenza fisica e verbale delle migranti eritree, dopo averle scoperte a bordo del suo tir. Le giovani avevano tentato di attraversare la frontiera nascondendosi all’interno del mezzo pesante, ma l’uomo se n’è accorto e le ha costrette a scendere a colpi di cinghia. L’increscioso episodio è stato immortalato in un video, causando sconcerto e portando le associazioni del terzo settore a sollecitare le autorità.
- Migranti nel tir a Ventimiglia: camionista le prende a cinghiate
- Indignazione delle associazioni
- La lettera al Sindaco di Ventimiglia
Migranti nel tir a Ventimiglia: camionista le prende a cinghiate
Il loro obiettivo era attraversare la frontiera di Ventimiglia e per questo si erano nascoste in un tir diretto in Francia, ma il camionista le ha scoperte.
Il video, registrato lunedì 15 luglio all’autoporto, mostra l’uomo urlare contro le giovani migranti eritree, che la sera precedente erano state accolte dalla Caritas Intemelia e avevano passato la notte al Pad, punto di accoglienza diffusa.
Le ragazze vengono costrette in malo modo a scendere dal mezzo: l’uomo, brandendo una cintura di metallo, le minaccia e in alcuni casi le colpisce alle spalle. Le giovani urlano, piangono, e una dopo l’altra scendono dal camion.
Indignazione delle associazioni
Le ragazze sono poi ritornate alla Caritas e hanno raccontato la loro disavventura alle operatrici. Ma i social corrono più veloce, e così il video aveva già fatto ormai il giro delle chat del terzo settore.
“Sono immagini che fanno impressione, fanno male. Da un paio di giorni notiamo più passaggi di persone in viaggio: minori, donne molto giovani. La mancanza di un campo di accoglienza continua a essere un vuoto incolmabile” ha ricordato Serena Regazzoni, responsabile dell’area immigrazione Caritas Intemelia.
Il Pad, punto di accoglienza diffusa situato in via San Secondo, è insufficiente: con solo una ventina di posti disponibili per donne e minori, è già al completo. “Abbiamo anche una famiglia con bambini e in questi giorni c’è stato un aumento dei transiti, soprattutto da Eritrea ed Etiopia. Non ci siamo mai fermati” ha aggiunto Alessandra Zunino di Caritas.
Non si sa nulla neanche dell’ampiamente annunciato secondo Pad. “Nessuna novità, siamo ancora agli annunci di febbraio” spiega Matteo Lupi, segretario di Arci Imperia e presidente dell’associazione Spes. “Sebbene non si raggiungano i numeri dell’estate scorsa, distribuiamo circa 150 pasti al giorno. È necessario un approccio all’accoglienza più sistemico, invece tutto ricade sulle spalle delle associazioni del terzo settore”.
La lettera al Sindaco di Ventimiglia
Arci Imperia e altre associazioni hanno inviato una lettera al sindaco di Ventimiglia, al prefetto di Imperia e al direttore della Asl imperiese, chiedendo un intervento urgente per la situazione critica delle persone che vivono nel greto del fiume Roja.
I gruppi, tra cui Associazione Popoli in Arte, Associazione Martina Rossi, e Casa dei Circoli Culture e Popoli Ceriale, denunciano ripetuti episodi di violenza e sollecitano il rispetto dei diritti fondamentali in materia di sicurezza, salute e sostegno.
“In particolare segnaliamo la necessità di supporto per la salute mentale” si sottolinea nel documento “soprattutto per quelle persone che, abbandonate a sé stesse, possono recare nocumento a sé e agli altri. Sentiamo pesare sulle nostre spalle la responsabilità di una gestione che non sarebbe di nostra competenza, ma vostra”.