Camici aderenti e trasparenti, bufera infermiere su Zingaretti
La Regione Lazio registra un'accesa protesta per la fornitura delle divise sexy
In un immaginario maschilista e sessista fermo ai film della commedia sexy all’italiana le infermiere sono vestite con camici corti e succinti pieni di trasparenze. Le infermiere non sono così nella realtà ma rischiano di diventarlo negli ospedali del Lazio. Questa è la denuncia che arriva nei confronti della Regione amministrata da Nicola Zingaretti.
Lo hanno chiamato il caso delle ‘sexy infermiere’, denunciato per primo dal giornale romano Il Tempo sulla base delle lamentele dei sindacati e riguarda 8 Asl e 4 aziende ospedaliere del Lazio. «Il personale sanitario è composto per il 70% da donne – denuncia Laura Rita Santoro, coordinatrice territoriale del Nursing-Up Lazio – e le nuove divise sono trasparenti, creando momenti d’imbarazzo per le operatrici sanitarie, alle prese anche con le inedite, abbondanti scollature, che diventano un problema quando devono piegarsi per assistere i pazienti».
Il problema riguarda la nuova fornitura firmata dalla Regione Lazio: camici e pantaloni che non possono essere candeggiabili e non sono lavabili ad oltre 60 gradi. Si rompono e si stringono dopo vari lavaggi. Composti in percentuale da poliestere, materiale che aiuta l’insorgenza di dermatiti e non favorisce la regolare traspirazione della cute, oltre all’imbarazzo per i camici delle infermiere che avrebbero trasparenze e scollature vertiginose.
La questione, in poche ore è diventata politica con tanto di nota congiunta firmata dal capogruppo della Lega in Consiglio regionale del Lazio Orlando Angelo Tripodi e i consiglieri del Carroccio Laura Corrotti, Daniele Giannini, Laura Cartaginese e Pasquale Ciacciarelli: ”Nicola Zingaretti intende ridicolizzare le infermiere con le nuove divise. Il tutto costerà alla collettività per i prossimi 5 anni ben 77 milioni e 179mila euro”.
“Siamo costrette ad indossare divise che più che infermiere ci fanno sembrare protagoniste dei film anni 80 …..” ha scritto forse un’infermiera laziale sui social; mentre c’è chi la mette sul ridere “Va beh dai. Almeno così andare al pronto soccorso non sarà così traumatico come è ora”.