Bruno Vespa difende Meloni in tv sul caso Almasri: "Si tratta coi torturatori per la sicurezza nazionale"
Bruno Vespa sbotta a Cinque Minuti e prende le difese del governo Meloni sul caso della liberazione del generale libico Almasri
Continua a tenere banco il caso della liberazione del generale libico Almasri e l’indagine sulla vicenda che coinvolge Giorgia Meloni e alcuni ministri. Nelle ultime ore ha fatto rumore l’intervento di Bruno Vespa, che ha sbottato in tv prendendo accoratamente le difese della premier e del governo.
- Bruno Vespa difende Meloni sul caso Almasri
- "Si tratta con i torturatori per la sicurezza nazionale"
- Il caso Almasri e la posizione del governo
Bruno Vespa difende Meloni sul caso Almasri
Del caso Almasri si è parlato anche nella puntata di giovedì 30 gennaio di Cinque Minuti, la striscia quotidiana in coda al Tg1 condotta da Bruno Vespa.
In studio c’è stato un acceso dibattito tra il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli e il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, di Forza Italia.
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Ma a rubare la scena è stato il conduttore, che ha chiuso il talk show sbottando in difesa del governo Meloni.
“Si tratta con i torturatori per la sicurezza nazionale”
“Quello che i signori dietro la lucetta rossa non sanno ma che i parlamentari avvertiti sanno, di tutti i partiti, è che in ogni Stato si fanno delle cose sporchissime, anche trattando con i torturatori per la sicurezza nazionale“, ha detto Bruno Vespa rivolgendosi agli spettatori.
“Questo avviene in tutti gli Stati del mondo”, ha concluso il giornalista, con toni sempre più alti e visibilmente irritato.
Parole dure con cui Vespa difende l’operato del governo Meloni sulla liberazione del torturatore libico Almasri: una scelta controversa, fatta ignorando il mandato della Corte penale internazionale, ma presa in nome di interessi nazionali.
Il caso Almasri e la posizione del governo
Il generale libico Nijeem Osama Almasri è stato arrestato lo scorso 19 gennaio a Torino su mandato d’arresto emanato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella prigione libica di Mittiga.
Il 21 gennaio è stato scarcerato per un cavillo legale e subito rimpatriato in Libia con un volo di Stato.
In un primo momento la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva negato la responsabilità del governo nella liberazione di Almasri, parlando di una decisione presa dai giudici.
Il ministro dell’Interno Piantedosi ha poi dichiarato che il generale libico non è stato rilasciato ma espulso in quanto soggetto pericoloso.
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