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Boom di casi di streptococco tra i bambini e amoxicillina sparita dalle farmacie: intervista a Matteo Bassetti

Nelle farmacie si registra un aumento di richieste di tamponi e antibiotici contro lo streptococco, l'amoxicillina non si trova: parla Matteo Bassetti

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Dopo il picco di casi di scarlattina e faringiti, ora si è alle prese con una caccia agli antibiotici e in particolare all’amoxicillina. È l’effetto dell’aumento di casi proprio di malattie legate allo streptococco, un batterio responsabile – tra le altre patologie – di faringiti, febbre, mal di gola, ma anche potenzialmente di carditi e malattie reumatiche. L’intervista concessa a Virgilio Notizie dall’infettivologo Matteo Bassetti, Direttore della Clinica di Malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova. Secondo lui  “è una caccia che non ha senso: se si va a cercare, nella gola di un bambino si trova di tutto, non serve abusare dei tamponi anche perché il mal di gola non è causato soltanto dallo streptococco. Può essere dovuto ad altri virus”.

Perché i tamponi per lo streptococco non si trovano più

Se fino al periodo della pandemia si era assistito a una richiesta di tamponi per il Covid, adesso si cercano quelli per individuare lo streptococco. commenta

La ricerca di tamponi per lo streptococco è legata all’aumento della circolazione del batterio, confermata anche dal Ministero della Salute:  “Si sta registrando un aumento dei casi di scarlattina a partire da gennaio 2023, soprattutto nei bambini di età inferiore a 15 anni”, si legge in una nota firmata dal Direttore generale della Prevenzione, Gianni Rezza. Una conferma della crescita di casi era arrivata anche dalla Società italiana di pediatria.

streptococco matteo bassettiFonte foto: ANSA
L’infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti

L’intervista a Matteo Bassetti

“Il motivo è legato alla fine della pandemia e al venir meno dell’uso di dispositivi come le mascherine, che ne ha facilitato la circolazione. Ma non solo: da un lato il sistema immunitario dei bambini è come se si fosse disabituato a venire in contatto con questo batterio (e con altri), dall’altro si registrano più casi anche perché si cerca di più questo batterio, proprio tramite i tamponi, e perché ci sono gli strumenti per individuarlo mentre per altri microrganismi e virus non ne abbiamo”, aggiunge Bassetti.

Perché scarseggia l’amoxicillina?

L’altra conseguenza immediata di questa situazione è che ora inizia a scarseggiare uno dei più diffusi antibiotici, utilizzato anche contro lo streptococco, ossia l’amoxicillina. Una condizione confermata dal presidente di Federfarma Roma, Andrea Cicconetti, che nei giorni scorsi aveva parlato di “una criticità”, spiegando che “la situazione era già difficile da gennaio. Eppure a marzo sembrava si fosse normalizzata. Non sbaglio a dire che c’è stato un aumento di richieste di almeno il 1000% nel Lazio. Ovviamente, però, tutto questo non va paragonato con la fase dei test Covid durante la prima fase dell’emergenza della pandemia”.

Quali sono i possibili rischi dello streptococco?

“L’aumento di casi di streptococco non riguarda soltanto l’Italia, ma ha visto una situazione analoga in molti paesi del mondo. è vero che può dare anche conseguenze importanti come polmoniti, infezioni anche impegnative della cute, meningiti o malattie reumatiche, ma nella maggior parte dei casi non occorre allarmarsi: le forme invasive sono molto limitate”, chiarisce Bassetti. “In passato abbiamo registrato anche casi di febbre reumatica, carditi (quindi problemi al cuore) o conseguenze per i reni, ma oggi la situazione è differente: un bambino nel corso della vita assume più antibiotici e questo permette di metterlo al riparo da potenziali conseguenze più gravi dell’azione dello streptococco. Io spesso dico che è come i carabinieri, ‘fedele nei secoli’ alla penicillina”.

E ancora: “Significa che finora non è diventato resistente. Io auspico che rimanga così e anche per questo non ha senso ricorrere all’antibiotico se non è necessario, non bisogna abusarne, come io e i colleghi ripetiamo da tempo. È un messaggio rivolto sia ai genitori, sia ad alcuni pediatri che in passato lo hanno prescritto forse con troppa leggerezza”, aggiunge l’infettivologo.

Si può essere portatori sani?

Il boom di richieste di tamponi, stimato in un + 2000%, ha generato un allarme legato alla possibile positività: “Il fatto di risultare positivi non significa necessariamente che occorra seguire una terapia antibiotica di profilassi – chiarisce ancora Bassetti – Se lo si trova, ma non dà sintomi come febbre o mal di gola importante, non occorre fare nulla”. I dati indicano che tra il 5 e il 7% delle persone è portatore sano: lo streptococco può annidarsi nel naso o nella bocca anche senza dare effetti: “L’obiettivo della cura con antibiotico è contrastare gli effetti che il batterio dà sull’organismo, ma se questi non ci sono, non ha senso seguirla. Pensare di eradicarlo completamente è un errore”, aggiunge l’infettivologo del San Martino di Genova.

Cosa fare se manca l’amoxicillina?

Gli esperti assicurano anche che non sono stati individuati nuovi ceppi dello streptococco, né che si sia registrata una forma di resistenza agli antibiotici d’elezioni che vengono utilizzati in caso di bisogno. Di fronte all’aumento della richiesta di amoxicillina, però, e alla sua scarsità cosa bisogna fare? “Non bisogna allarmarsi, perché esistono anche altri trattamenti come quelli con le cefalosporine, la penicillina orale, i sulfamidici, ecc. Insomma, se la terapia di prima scelta è a base di amoxicillina per 10 giorni, in caso di mancanza ci sono altre soluzioni. L’importante – ripeto – è non abusare di antibiotici quando non servono, altrimenti tra 10 anni non ne avremo più uno che funzioni e il rischio sarà di tornare a morire per infezioni banali”, conclude Bassetti.

matteo-bassetti-streptococco Fonte foto: ANSA
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