Esplosioni in base militare in Iraq legata a truppe filo-Iran: Israele e Usa negano, drone iracheno su Eliat
Fonti locali hanno parlato di "bombardamento" nella base militare in Iraq che ospita milizie legate all'Iran. Usa e Israele negano coinvolgimento
Un morto e 8 feriti provocati dal bombardamento che ha colpito una base militare in Iraq che ospita truppe legate all’Iran, con Israele e gli Stati Uniti che hanno negato ogni coinvolgimento. L’attacco ha coinvolto truppe dell’esercito iracheno e ex paramilitari filo-iraniani di Hachd al-Chaabi, integrati nelle forze regolari dell’Iraq. Alcuni rapporti hanno evidenziato la possibile responsabilità di Washington in questa operazione, ma il Comando Centrale degli Stati Uniti ha dichiarato che nessun raid è stato condotto nello Stato mediorientale. Allo stesso tempo anche Israele ha allontanato ogni responsabilità, mentre anche i dettagli delle modalità dell’attacco sono ancora incerte.
- Esplosione in Iraq, ci sono vittime: Israele e Usa negano responsabilità
- Vittime e feriti nell'attacco alla base militare irachena
- Gli Usa negano il coinvolgimento nell'attacco in Iraq
- La risposta dell'Iraq: lancio di un drone contro Eliat in Israele
Esplosione in Iraq, ci sono vittime: Israele e Usa negano responsabilità
Nella serata del 19 aprile, una forte esplosione ha scosso una base militare a sud di Baghdad, in Iraq, nota per essere utilizzata dalle Forze di Mobilitazione Popolare irachene (PMF), ex paramilitari filo-iraniani di Hachd al-Chaabi, integrati nell’esercito regolare iracheno.
Le ultime notizie riportano che cinque esplosioni sono state udite nel quartier generale delle Forze Armate presso la base militare di Khalsu, situata vicino alla città di Al-Mashru, lungo l’autostrada a nord della provincia di Babilonia.
Vittime e feriti nell’attacco alla base militare irachena
In quello che è stato definito da fonti irachene come un “bombardamento“, ci sarebbe almeno un morto e diversi feriti, oltre a danni ingenti alla base militare. Le stesse fonti non sono riuscite a stabilire se l’attacco sia stato condotto mediante droni.
“Almeno tre membri delle Unità di mobilitazione popolare sarebbero rimasti feriti in seguito all’attacco”, ha sostenuto Muhannad al-Anazi, membro del Comitato per la sicurezza in Iran.
Sul posto è arrivata una squadra investigativa e l’esplosione ha causato perdite materiali e feriti, ha riferito la PMU. “Vi forniremo i dettagli una volta completata l’indagine preliminare”, ha aggiunto.
Gli Usa negano il coinvolgimento nell’attacco in Iraq
Gli Stati Uniti hanno risposto ad alcuni rapporti che attribuivano alla Casa Bianca la responsabilità dell’attacco in Iraq. “Gli Stati Uniti non hanno condotto attacchi aerei in Iraq oggi” ha dichiarato su X lo United States Central Command (Centcom), specificando quindi che le informazioni diffuse in merito “non rispondono a verità”.
Anche la Combined Joint Task Force che guida l’operazione Inherent Resolve, la missione multinazionale in corso per sconfiggere l’Isis, ha affermato che la coalizione guidata dagli Stati Uniti non ha effettuato alcun attacco in Iraq.
Allo stesso tempo, anche Israele non sarebbe coinvolto nelle notizie sulle esplosioni avvenute in Iraq venerdì sera. A confermarlo un funzionario israeliano alla CNN.
La risposta dell’Iraq: lancio di un drone contro Eliat in Israele
Dopo quanto avvenuto nella serata di venerdì, le milizie filoiraniane in Iraq hanno rivendicato un lancio di droni contro Eliat, in Israele.
L’operazione è una palese reazione a quelle che sono definite “violazioni” della sovranità dell’Iraq e all’offensiva contro le truppe di Hashed al-Shaabi.
La Resistenza Islamica in Iraq ha diffuso un video sui social media annunciando l’attacco contro “un obiettivo vitale” a Eliat, nel sud di Israele, al confine tra Egitto e Giordania. Il gruppo ha dichiarato che “L’attacco è la risposta alla violazione della sovranità irachena da parte del nemico sionista e al suo attacco contro le Forze di Mobilitazione Popolare irachene (Pmf)”.
Le esplosioni vicino alla capitale irachena Baghdad arrivano il giorno dopo gli attacchi contro una base militare a Isfahan, in Iran, che un funzionario americano ha attribuito ad Israele.