Covid, svolta nel bollettino: quale sarà la novità sui tamponi
Il bollettino quotidiano, diffuso dalla Protezione civile, tra pochi giorni avrà un importante dato in più
Il commissario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, ha ricordato ai microfoni di Rai 3 come da qualche giorno gli italiani abbiano rivolto l’attenzione non più solo ai nuovi contagi o al numero delle vittime, ma anche al numero dei vaccinati. Tre indicatori a cui si potrebbe aggiungerne un quarto, molto importante: il numero dei tamponi rapidi. Lo ha riferito il ministero della Salute attraverso una circolare.
Covid, svolta nel bollettino: a breve anche il numero dei tamponi rapidi
A partire dai prossimi giorni il bollettino terrà conto anche del numero di casi rilevati con i test antigenici rapidi, come previsto dalla circolare del ministero della Salute.
La circolare riconosce la validità dei tamponi rapidi e richiede alle Regioni di rendicontarne separatamente il numero rispetto ai test molecolari.
Il documento, dal titolo ‘Aggiornamento della definizione di caso Covid-19 e strategie di testing‘, è stata firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza.
Saranno quindi diffusi tutti i dati relativi ai test rapidi, anche quelli effettuati da laboratori, strutture e professionisti privati.
Tamponi rapidi, quando farne uso: cosa dice il ministero della Salute
L’indicazione è che se le condizioni del paziente mostrano delle discordanze con il test rapido resta valida la possibilità di effettuare la conferma della positività attraverso il test molecolare.
La raccomandazione è che i test rapidi siano usati in situazioni ad alta prevalenza, per testare i casi possibili/probabili, ma anche per circoscrivere focolai confermati tramite RT–PCR, per testare i contatti sintomatici e per facilitare l’individuazione precoce di ulteriori casi nell’ambito del tracciamento dei contatti e dell’indagine sui focolai.
Uso raccomandato anche in comunità chiuse (come carceri e centri di accoglienza) e ambienti di lavoro, al fine di testare le persone sintomatiche quando sia già stato confermato un caso di positività.
Infine, test rapido consigliato in contesti sanitari e socioassistenziali/sociosanitari, o per il triage di pazienti/residenti sintomatici al momento dell’accesso alla struttura o per la diagnosi precoce in operatori sintomatici.
La circolare precisa anche che il test rapido nei sintomatici va effettuato entro 5 giorni dall’esordio dei sintomi, mentre negli asintomatici va effettuato tra il terzo e il settimo giorno dall’esposizione.
Tamponi rapidi: cosa succede se si è negativi e cosa succede se si è positivi
Se il test rapido risulta negativo è necessaria la conferma dopo 2-4 giorni o con test molecolare o test rapido di ultima generazione.
Alle persone che risultano positive al test antigenico rapido, anche in attesa di conferma con secondo test antigenico oppure con test RT-PCR molecolare, si applicano le medesime misure contumaciali previste nel caso di test RT-PCR positivo.