Blitz ambientalisti al Senato, tornano liberi i tre attivisti arrestati: la decisione del giudice
Il giudice ha convalidato gli arresti per i tre attivisti fermati dopo il blitz al Senato, disponendo la loro scarcerazione: a maggio il processo
Tornano liberi le tre persone arrestate nella giornata di lunedì 2 gennaio per il lancio di vernice arancione contro le mura del Senato.
- La decisione del giudice
- La rivendicazione durante l'udienza
- Gli episodi precedenti
- La rabbia di Ignazio La Russa
La decisione del giudice
Il giudice per le direttissime del Tribunale di Roma, come riportato dall’agenzia ‘Ansa’, ha convalidato gli arresti per gli attivisti Davide Nensi, Alessandro Sulis e Laura Paracini, disponendo la loro scarcerazione. La Procura aveva sollecitato la misura dell’obbligo di dimora per i 3 indagati.
Il processo per i 3 attivisti, che sono accusati di danneggiamento aggravato, è stato fissato per la giornata del 12 maggio.
Un’immagine del blitz degli attivisti al Senato scattato nella mattinata di lunedì 2 gennaio.
La rivendicazione durante l’udienza
Nel corso dell’udienza, i tre attivisti hanno rivendicato quanto compiuto nella mattinata di lunedì 3 gennaio, cioè l’imbrattamento della facciata di palazzo Madama con la vernice.
Uno degli arrestati, stando a quanto riferito dall”Ansa’, ha dichiarato: “Dopo aver visto il disastro della Marmolada, ho paura per il nostro futuro. Ho aderito a Ultima Generazione perché propone un cambiamento, in particolare di fermare le emissioni di gas e puntare sulle energie rinnovabili”.
Gli episodi precedenti
In base a quanto appreso dalla stessa agenzia ‘Ansa’, la ragazza arrestata avrebbe partecipato anche all‘azione dimostrativa a Palazzo Bonaparte contro un quadro di Van Gogh.
I tre attivisti, inoltre, sarebbero stati denunciati per i blocchi stradali sul Grande Raccordo Anulare messi in atto nelle scorse settimane.
La rabbia di Ignazio La Russa
Il presidente del Senato Ignazio La Russa, dopo il blitz di lunedì 2 gennaio, aveva commentato così su ‘Facebook’: “Nessun alibi, nessuna giustificazione per un atto che offende tutte le istituzioni e che solo grazie al sangue freddo dei carabinieri non è trasceso in violenza. Il Senato è stato vigliaccamente scelto perché a differenza di Palazzo Chigi, della Camera dei Deputati e di altre istituzioni, non ha mai ritenuto fino ad ora di dover creare un area di sicurezza attorno all’edificio. Ho convocato immediatamente per domani (martedì 3 gennaio, ndr) alle 15 il Consiglio di presidenza del Senato per ogni opportuna decisione”.
In un successivo post, lo stesso La Russa aveva poi aggiunto: “Nel ribadire il forte sdegno per quanto avvenuto stamattina, desidero ringraziare le Forze dell’ordine, Polizia e Carabinieri, intervenute per fermare il blitz ambientalista e gli operatori dell’AMA, dell’Ufficio del decoro urbano del Comune di Roma, le restauratrici, la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma e chiunque si stia adoperando in queste ore per ripulire la facciata di Palazzo Madama”.