Bimbo muore a due anni: pacemaker al contrario, 8 medici indagati
Bimbo di soli due anni muore. Trovato un pacemaker al contrario nel suo corpo. Finiscono indagati 8 medici dell'ospedale Bambino Gesù
Giacomo, un bimbo nato nel settembre 2016, subito dopo il parto è finito in sala operatoria. Da allora, come racconta il quotidiano La Repubblica, cominciano una serie di complicazioni che alla fine portano il bambino a morire a soli due anni. Attualmente, per la vicenda, sono indagati per omicidio colposo otto medici dell’ospedale Bambino Gesù. Martedì è fissata un’udienza durante la quale il giudice affiderà una perizia per capire cosa sia successo nel dettaglio. Il pm Daniela Cento vuole fare luce perché crede che potrebbero esserci specifiche responsabilità penali nei confronti dei dottori.
Nel 2016 Giacomo nasce a Taormina con un problema al cuore. Così viene subito operato nel centro cardiologico pediatrico Mediterraneo dell’Ospedale Bambino Gesù al San Vincenzo. I tre sanitari che effettuano l’intervento – secondo il pm – commetterebbero un gravissimo errore: gli mettono il pacemaker al contrario, rivolto verso il basso.
Ciò avrebbe portato a “una sorta di cappio che gli strozza l’arteria polmonare”, scrive Repubblica, e che gli provoca “un’insufficienza acuta cardiocircolatoria “. La famiglia del piccolo non può sapere nulla. Mentre cresce, però, Giacomo peggiora perché “il cappio si stringe sempre più”.
Passa circa un anno e mezzo. Si giunge all’aprile 2018. Il bimbo ha un anno e mezzo e arriva a Roma, sempre al Bambino Gesù. “I due cardiologi che lo visitano non capiscono la gravità della situazione e ritardano gli esami”.
Trascorrono due mesi e si giunge a settembre: “ancora una volta, il cardiologo riscontra qualche problema, ma gli fissa la tac due mesi dopo”. Dunque a dicembre 2018 altri due dottori lo esaminano non riscontrano l’urgenza di una operazione. La calendarizzano qualche giorno dopo, ma viene rimandata perché il piccolo ha un’infezione.
A ridosso di Natale altra visita per Giacomo: “il bambino viene rimandato a casa nonostante le insistenze della mamma”. Il 31 dicembre 2018 il bimbo è in condizioni gravissime. Trasportato su un aereo militare nella Capitale, viene operato il giorno successivo. I due medici che eseguono l’intervento, secondo l’accusa, non solo lo fanno “in macroscopico ritardo ” , ma sbaglierebbero la procedura.
L‘1 gennaio 2019 il piccolo viene a mancare. Per il pm, ognuno dei medici che lo ha avuto in cura ha operato con “negligenza, imprudenza e imperizia ” e ha concorso “a cagionare la morte del bimbo “.
“Il processo non servirà ad attenuare il dolore di quanti hanno amato il piccolo Giacomo ma sarà necessario per accertare eventuali responsabilità evitando che in futuro possano ancora accadere tragedie simili “, il commento del legale della famiglia di Giacomo, Domenico Naccari.