Bimbo morto alle Terme di Cretone, il bagnino: "La grata non c'era perché volevano che finissimo prima"
Uno dei bagnini indagati dopo la morte del bimbo di 8 anni annegato nella piscina delle Terme di Cretone spiega perché mancava la grata di sicurezza
La mancanza delle grate di sicurezza in piscina. Sono concentrate su questo le indagini in corso dopo la morte del bimbo di 8 anni nelle Terme di Cretone, in provincia di Roma, dove il 17 agosto si è consumata la tragedia. Il piccolo è stato risucchiato dal tubo di scarico della piscina in cui non c’erano le grate di sicurezza. Uno dei bagnini in servizio ha spiegato che si tratterebbe di una scelta dell’amministrazione delle terme per velocizzare lo svuotamento della piscina e non pagare gli straordinari.
Le parole del bagnino
“Ci dicevano di sbrigarci perché non volevano pagare gli straordinari”. Sono le parole di uno dei bagnini delle Terme di Cretone che il 17 agosto era in servizio.
Il bagnino figura tra i quattro indagati nel procedimento penale aperto dalla Procura di Tivoli per omicidio colposo. Accanto a lui, infatti, ci sarebbe un suo collega (anche lui in turno quel giorno) e i due amministratori delle Terme.
Carabinieri e Vigili del Fuoco alle Terme Sabine di Cretone dopo la morte del bimbo di 8 anni in piscina
“La piscina doveva essere vuota entro le otto”, avrebbe spiegato agli inquirenti il bagnino che – come riporta ‘La Repubblica‘ – avrebbe aggiunto: “Per questo non c’era la grata. Così finivamo prima“.
Il profitto prima della sicurezza
È stato il giovane bagnino, parlando con gli inquirenti, a ricostruire i fatti individuando le probabili cause della morte di Stephan, il bimbo russo di 8 anni.
Quello che emerge sarebbe un quadro in cui l’assenza della grata di sicurezza non era stata una svista, né un evento sporadico. “Quella grata non l’ho mai vista”, avrebbe aggiunto il bagnino delle Terme di Cretone.
Il ragazzo ha spiegato che l’indicazione che arrivava da chi gestiva la struttura era di “sbrigarci, perché se avessimo finito dopo le otto avrebbero dovuto pagarci gli straordinari”.
Motivi economici, quindi, che avrebbero portato a sacrificare la sicurezza in nome del profitto. Un modus operandi che sarebbe stato confermato, secondo ‘La Repubblica‘, anche da altri dipendenti della struttura non coinvolti nelle indagini.
Cosa è successo in piscina
Nel suo racconto il bagnino ha anche ripercorso gli attimi precedenti la tragedia. Il ragazzo, infatti, ha detto di essere sicuro che in acqua non c’era nessuno spiegando che molta gente era al bar e il resto delle persone “erano dietro la corda con cui veniva isolata l’area delle piscine per la fase dello svuotamento”.
“Sono stato chiamato ad attivare il sistema di svuotamento e non ho visto che è successo”, ha aggiunto il giovane bagnino delle Terme di Cretone.
Quello che è successo è ormai chiaro. Mentre la piscina veniva svuotata, in acqua c’era Stephan che è rimasto bloccato nel tubo di scarico di 40 centimetri e privo di una grata protettiva. L’autopsia ha confermato che il bimbo di 8 anni è morto per annegamento.