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Bimbo di 9 anni in ospedale in Trentino per aver mangiato formaggio a latte crudo: Puzzone di Moena nel mirino

Nuovo allarme in Trentino sul formaggio a latte crudo noto come Puzzone di Moena: un bimbo di 9 anni lo ha mangiato ed è finito in ospedale

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Nuovo caso sanitario in Trentino legato al consumo del Puzzone di Moena, formaggio a latte crudo che ha portato un bimbo di 9 anni in ospedale con un’infezione intestinale. Il lotto è stato ritirato e l’Asl ha ricordato di non somministrarlo a bambini, donne in gravidanza e persone immunodepresse. I casi di intossicazione sono in aumento, con il 2024 che si è chiuso con ben 73 eventi registrati.

Mangia Puzzone di Moena, bimbo in ospedale in Trentino

Nuovo allarme in Trentino sul consumo di formaggio a latte crudo come il Puzzone di Moena. Un bambino di 9 anni è stato ricoverato in ospedale a causa di un’infezione intestinale, causata dal consumo del prodotto, molto noto e tipico della zona.

Il lotto del formaggio è stato prontamente ritirato dal mercato, mentre le autorità sanitarie locali hanno emesso un avviso, esortando coloro che avessero recentemente acquistato questo formaggio a non somministrarlo a bambini, donne in gravidanza e persone con il sistema immunitario compromesso.

bimbo ospedale trentino formaggio puzzone moena latteFonte foto: iStock

I formaggi sconsigliati sono quelli per i quali il latte non è sottoposto a bollitura o pastorizzazione

Le raccomandazioni sul formaggio a latte crudo

L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari ha sottolineato che il latte crudo impiegato per la produzione di questi formaggi non subisce processi di riscaldamento come la bollitura o la pastorizzazione.

Questi passaggi servono a eliminare i germi patogeni potenzialmente pericolosi per chi ha un sistema immunitario vulnerabile o non ancora completamente sviluppato.

Sebbene i casi di intossicazione grave non siano frequenti, si registra un preoccupante aumento degli incidenti.

Nel primo semestre del 2023 erano stati registrati 18 casi in Italia, saliti a 73 nel 2024, tra cui quelli di un bambino di 10 anni a Bassano del Grappa e una bambina di 2 anni e mezzo in Trentino.

Il bimbo in coma dopo aver mangiato il formaggio

Il Tribunale di Trento ha assegnato un risarcimento di 1 milione di euro alla famiglia di Mattia Maestri, un bambino di 4 anni che, nel 2017, finì in coma dopo aver mangiato formaggio contaminato da Escherichia coli.

Nella causa l’ex presidente del Caseificio Sociale di Coredo e un casaro sono stati condannati per lesioni gravissime. Inoltre, una pediatra dell’ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio per omissione di atti d’ufficio e lesioni personali colpose, con l’accusa di aver ritardato la diagnosi nel bambino.

La famiglia ha imputato alla pediatra di non aver agito prontamente, provocando un ritardo nelle cure. Nonostante ciò, la responsabilità principale è attribuita al caseificio produttore del formaggio contaminato.

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