Bimba uccisa dal pitbull ad Acerra, cosa non torna nel racconto del padre Vincenzo Loffredo
Rimangono diversi dubbi sulla versione del padre della bimba uccisa da un pitbull ad Acerra: gli inquirenti indagano su un buco di un'ora e mezza
Ancora diversi punti oscuri sul caso della bimba di 9 mesi uccisa da un pitbull ad Acerra, nel Napoletano. La versione del padre Vincenzo Loffredo non convince del tutto gli inquirenti, che nel racconto del 24enne, risultato positivo alla cannabis e adesso indagato a piede libero per omicidio colposo e omesso controllo, hanno riscontrato un buco di circa un’ora e mezza.
La versione del papà della bimba uccisa dal pitbull
Loffredo ha dichiarato di essersi addormentato accanto alla figlia e, al suo risveglio, di aver trovato la piccola per terra in una pozza di sangue, con in testa i segni dei morsi del cane.
Agli investigatori ha affermato di non essersi accorto di nulla e di non sapere come sia successo, se la bambina sia caduta da sola dal letto o se sia stata trascinata dal pitbull.
Fonte foto: ANSA
La porta dell’appartamento di Acerra dove è avvenuta la tragedia
Le indagini ad Acerra
Il 24enne non è risultato positivo ad alcol, cocaina o oppiacei, e chi indaga esprime dubbi sul fatto che la sola assunzione di hashish abbia potuto fare piombare il padre in un sonno così profondo da non rendersi conto di quanto stesse accadendo.
Una versione a cui credono invece i nonni materni, affermando al Corriere della Sera che il genero fosse stanco perché “fa due lavori per mantenere la famiglia”.
Cosa non torna
I sospetti sul racconto di Loffredo sono aggravati dalla prima versione data ai medici del pronto soccorso dove ha portato la figlia, ai quali ha riferito che la bambina era stata azzannata da un cane randagio per strada.
“Ha detto una sciocchezza senza rendersene conto, era in stato confusionale, sotto choc. Di certo non era per proteggere quel cane che ora odia” ha dichiarato il suo legale rappresentante, l’avvocato Luigi Montano.
Sulla vicenda ci sarebbe un buco di un’ora e mezza tra le 22.30 e mezzanotte, quando si è verificata la tragedia, durante il quale gli inquirenti non escludono al momento che il 24enne possa essersi allontanato per qualche minuto, lasciando la piccola da sola a casa.
Ulteriori elementi sull’inchiesta potranno emergere dalle immagini delle telecamere di sorveglianza davanti al rione Ice Snei, che la procura di Nola sta passando al vaglio.
Il pitbull è stato sottoposto ad alcuni esami ed è tuttora affidato all’Asl Napoli 2 Veterinaria. Secondo i primi rilievi, né il cane ritenuto responsabile dell’uccisione, né l’altro di piccola taglia in casa, presenterebbero tracce ematiche nella bocca, ma soltanto una macchia sul capo del cane più piccolo.
Stando a quanto spiegato da un veterinario all’avvocato Montano, riportato da Agi, “è possibile che il cane si sia pulito, sciacquato la bocca, e trattandosi di una bambina che non presenta peli sul corpo, non gli rimane nessuna traccia”.
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