Bimba uccisa dal pitbull ad Acerra, sequestrato il telefono al papà: la sua versione e cosa non torna

Possibile svolta nelle indagini sulla bimba sbranata dal pitbull ad Acerra: sequestrato il cellulare del padre. Cosa non torna nella sua versione dei fatti

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Le indagini sulla morte della bimba sbranata dal pitbull ad Acerra potrebbero essere giunte a un punto di svolta. La Procura di Nola ha infatti sequestrato il cellulare di Vincenzo Loffredo, padre della piccola. Si cerca infatti di capire se l’uomo, nella notta tra il 15 e il 16 dicembre, abbia utilizzato il cellulare mentre la bambina veniva attaccata dal cane.

Bimba sbranata dal pitbull: cosa non torna

La Procura di Nola, in Provincia di Napoli, ha provveduto al sequestro del cellulare di Vincenzo Loffredo, il padre della bimba di nove mesi sbranata dal pitbull nella notte tra il 15 e il 16 febbraio.

Nella versione riferita da Vincenzo Loffredo, infatti, ci sono alcune cose che non tornano.

Bimba pitbull AcerraANSA

L’abitazione dove la bambina di nove mesi è stata uccisa da un pitbull

Dopo l’aggressione, infatti, gli indizi sarebbero scomparsi dall’abitazione di Acerra.

A causa della scomparsa di tali indizi, la Procura avrebbe provveduto a sequestrare il cellulare di Loffredo. Un dettaglio che sarebbe stato peraltro confermato anche dal legale dell’uomo, l’avvocato Montano.

La versione del padre

Il padre della bimba sbranata dal cane ad Acerra ha sempre sostenuto di non essersi accorto di nulla.

Secondo il suo racconto alle Forze dell’Ordine, stava dormento nel momento in cui il cane aggrediva la bambina.

Tuttavia, gli uomini della Polizia scientifica hanno lavorato otto ore nell’abitazione di Acerra, dalla quale sarebbero spariti degli indizi chiave.

Stando a quanto riferito da Loffredo e dal suo legale, comunque, la casa sarebbe stata ripulita da alcuni parenti.

La richiesta al pm

Loffredo avrebbe anche chiesto al pubblico ministero di essere ascoltato. Il 24enne intende chiarire la propria posizione, per confermare alle Forze dell’Ordine la sua estraneità con l’inquinamento delle prove.

Nel frattempo, il cellulare del padre della bimba sbranata dal pitbull verrà esaminato per ricostruire gli spostamenti e le azioni dell’uomo avvenute nella notte tra il 15 e il 16 febbraio.

L’uomo ha sempre riferito di aver trovato la piccola per terra accanto al letto e di averla immediatamente portata in ospedale.

Resta da chiarire se l’uomo abbia usato o meno il cellulare nei momenti in cui la piccola di Acerra veniva sbranata, momenti in cui, stando alla sua ricostruzione dei fatti, l’uomo era addormentato.

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