Benedetto XVI, la lettera di Ratzinger in risposta alle accuse: "Vergogna" per le vittime di abusi su minori
Benedetto XVI con una lettera risponde alle contestazioni contenute nel report tedesco sulle violenze sessuali dei preti sui minori
“Profonda vergogna”, ma non sono un “bugiardo”. Il Papa emerito, Benedetto XVI, in una lettera diffusa oggi, 8 febbraio, dal Vaticano, chiarisce la sua posizione e risponde alle accuse che gli sono state rivolte nel rapporto sugli abusi sui minori avvenuti nell’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga quando lui era arcivescovo.
Joseph Ratzinger chiede “perdono” a nome della Chiesa, considerati gli importanti ruoli da lui ricoperti nella gerarchia vaticana, per gli abusi commessi da sacerdoti cattolici. Ma parla anche della “profonda sofferenza” per il fatto che qualcuno abbia potuto dubitare della sua sincerità.
Benedetto XVI, il rapporto sugli abusi
Nella lettera Joseph Ratzinger risponde al rapporto sugli abusi sessuali commessi da preti cattolici a Monaco di Baviera dal 1945 al 2019, un lungo arco di tempo che comprende anche il periodo in cui lui è stato responsabile della diocesi.
Ratzinger ha ricoperto l’incarico di arcivescovo di Monaco e Frisinga dal 1977 al 1982. Durante quel periodo sarebbero stati quattro gli episodi di abusi su minori emersi, due dei quali avrebbero riguardato due sacerdoti già legalmente accusati in precedenza di molestie sessuali.
Secondo il rapporto il futuro Papa sarebbe stato al corrente delle accuse nei confronti di un sacerdote, ma non avrebbe preso iniziative nei suoi confronti.
La missiva, datata 6 febbraio, è accompagnata da un video in cui Georg Gänswein, segretario particolare del Papa emerito, legge il testo, in italiano e in tedesco. Oltre alle parole di Benedetto XVI, la lettera contiene anche la risposta alle contestazioni, “un’analisi dei fatti” redatta da quattro collaboratori esperti di Diritto canonico.
Benedetto XVI chiede perdono: “Profonda vergogna”
“Posso solo esprimere nei confronti di tutte le vittime di abusi sessuali la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono“, scrive Benedetto XVI nella sua lettera.
Ratzinger ricorda gli incontri con le vittime di abusi sessuali avvenuti durante i suoi viaggi apostolici: “Ho guardato negli occhi le conseguenze di una grandissima colpa e ho imparato a capire che noi stessi veniamo trascinati in questa grandissima colpa quando la trascuriamo o quando non l’affrontiamo con la necessaria decisione e responsabilità, come troppo spesso è accaduto e accade”.
“Ho avuto grandi responsabilità nella Chiesa cattolica. Tanto più grande è il mio dolore per gli abusi e gli errori che si sono verificati durante il tempo del mio mandato nei rispettivi luoghi. Ogni singolo caso di abuso sessuale è terribile e irreparabile. Alle vittime degli abusi sessuali – continua – va la mia profonda compassione e mi rammarico per ogni singolo caso”.
Benedetto XVI, le risposte alle accuse
Nella lettera viene ammesso che Ratzinger partecipò a una riunione nel 1980 in cui si parlò di un prete abusatore accolto in diocesi, ma scrivono i suoi collaboratori, l’allora arcivescovo “non era a conoscenza né del fatto che il sacerdote fosse un abusatore, né che fosse inserito nell’attività pastorale”.
Il Papa emerito scrive di aver sbagliato a dire che non aveva partecipato a quella riunione del 1980, un “errore” che “non è stato intenzionalmente voluto e spero sia scusabile”.
“Mi ha profondamente colpito – afferma Ratzinger – che la svista sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità, e addirittura per presentarmi come bugiardo. Tanto più mi hanno commosso le svariate espressioni di fiducia, le cordiali testimonianze e le commoventi lettere d’incoraggiamento che mi sono giunte da tante persone”.