Bella ciao, significato e testo: perché la canzone della Resistenza non appartiene (solo) ai comunisti
Chi è l'autore del brano del 25 aprile e la storia del testo famoso in tutto il mondo (grazie alla Casa di Carta)
“Bella ciao” è un canto popolare italiano: tutti, in Italia, lo conoscono, ma a non tutti piace cantarla. La ragione è che, un po’ come la Resistenza, è stato associato a una determinata fazione politica: erroneamente, perché alla Resistenza, ad esempio, hanno partecipato combattenti di tutti gli orientamenti politici. Su questo ci torniamo tra un attimo.
Prima vale la pena tracciare brevemente la storia di questo canto che, grazie alla Casa di Carta, la serie tv spagnola, ha addirittura vissuto una seconda giovinezza, diventando un inno di libertà e resistenza anche in diverse parti del mondo.
- "Bella ciao" significato, storia, autore: forse non è mai stata cantata dai partigiani
- "Bella ciao" è una canzone comunista? Sicuramente è anti fascista, ma appartiene anche alla destra
- "Bella ciao" dei partigiani, il testo integrale
“Bella ciao” significato, storia, autore: forse non è mai stata cantata dai partigiani
In quanto canto popolare, non esiste un autore di “Bella ciao”. Esiste però un momento in cui il testo è stato fissato su carta e diffuso, in modo che potesse essere formalizzato, conosciuto e intonato più e più volte secondo una versione a questo punto “ufficiale”.
I primi documenti che ne attestano la diffusione risalgono al 1953. Si tratta della rivista La Lapa. Alcune raccolte precedenti, come il Canta partigiano (edito da Panfilo a Cuneo nel 1945) o le varie edizioni del Canzoniere italiano di Pasolini non contengono invece accenni a Bella Ciao.
Da qui un possibile paradosso: pur essendo la canzone della Resistenza italiana e inno istituzionale del 25 aprile, secondo la legge di Bella, esiste l’ipotesi che “Bella ciao” non sia mai stata conosciuta, e intonata, dai partigiani italiani, quantomeno nella forma che conosciamo.
Il significato del testo, non è nascosto, basta fare attenzione alle parole per coglierlo: celebrativa della Liberazione, “Bella ciao” è il saluto struggente di un partigiano che saluta una donna, forse l’amata, nel partire in difesa della Patria.
“Bella ciao” è una canzone comunista? Sicuramente è anti fascista, ma appartiene anche alla destra
Se, allora, “Bella ciao” è l’inno della Resistenza, è anche vero che si tratta di una canzone di destra, di sinistra e di centro, insomma di tutti gli italiani che si riconoscono nella Repubblica. Allo stesso modo, la Resistenza non appartiene solo alla sinistra, perché vi parteciparono combattenti comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici.
È a tutti loro che questa canzone, anti fascista, è dedicata.
“Bella ciao” dei partigiani, il testo integrale
“Una mattina mi son svegliato
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.
O partigiano portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.
Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e le genti che passeranno
mi diranno che bel fior.
E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà”.