Barbara D'Urso, stalker rinviato a giudizio: i suoi messaggi
A giudizio un uomo accusato di stalking ai danni di Barbara D'Urso: cosa le ha scritto
Un aspirante showman di 36 anni, originario di Santa Maria di Licodia, in provincia di Catania, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di stalking nei confronti di Barbara D’Urso. La vicenda è riportata da ‘Il Messaggero’. Sui social il nickname dell’uomo era “Baci Rubati” e, con questo nickname, avrebbe assillato e perseguitato per mesi la conduttrice. Tutto sarebbe cominciato nel gennaio 2018.
“Sono tuo figlio adottivo, non respingermi“, avrebbe scritto in continuazione l’uomo a Barbara D’Urso.
L’uomo avrebbe infastidito anche la sorella e uno dei figli di Barbara D’Urso, da lui chiamati “zia” e “fratellino“.
Al figlio della conduttrice avrebbe scritto messaggi come “Ciao fratellino”, “Come stai, sei a Roma?”, “Carissimo, dì a mamma che sto a Vienna”, “Dì a mamma che sono tornato”.
L’uomo accusato di stalking avrebbe anche bersagliato di messaggi amici, colleghi e un docente universitario del figlio della D’Urso, rivolgendolo loro lo stesso appello: “Sono il figlio adottivo di Barbara D’Urso, ho bisogno di mettermi in contatto con mio fratello”.
Stalking ai danni di Barbara D’Urso: il caso in Tribunale
Nella giornata di oggi, giovedì 4 marzo, prende il via il procedimento al Tribunale monocratico di Roma, davanti al giudice Valerio De Gioia.
A chiedere che lo stalker venisse spedito a giudizio è stato il pm Francesco Dall’Olio.
L’imputato, secondo quanto precisato dal magistrato, avrebbe molestato la conduttrice con diversi messaggi sui social network e contattando anche testate giornalistiche per essere intervistato e dire di esserne il figlio adottivo, ma anche pubblicando su ‘Instagram’ foto dei figli della D’Urso con la scritta “I miei fratelli Emanuele e Giammauro”.
Stalking, “Ansia e timore” per Barbara D’Urso
Le azioni dell’uomo avrebbero provocato nella conduttrice “un perdurante e grave stato di ansia e di timore per la sfera personale e professionale e per l’incolumità”.