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Bambino morto per muffa in casa. Il padre aveva chiesto aiuto ma nessuno ha aiutato. E accusa: "Razzisti"

Bambino di due anni morto per muffa: arresto respiratorio dopo massiccia esposizione alle spore. Il dramma in una casa popolare nel Regno Unito

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Un bambino di due anni è morto per l’esposizione prolungata alle spore della muffe che avevano infestato l’appartamento in cui viveva con la famiglia. Le muffe hanno scatenato patologie respiratorie che hanno avuto un decorso mortale.

I fatti sono avvenuti nel 2020 a Rochdale, nei pressi di Manchester in Gran Bretagna. Oggi sono stati resi noti i risultati dell’autopsia che chiariscono i contorni della drammatica vicenda.

Fatale esposizione alla muffa

Come riporta ‘Sky News’, il medico legale Joanne Kearsley ha dichiarato che Awaab Ishak, questo il nome del piccolo, “è morto a causa di una grave condizione respiratoria causata dalla prolungata esposizione alla muffa nel suo ambiente domestico”.

Il medico ha chiarito anche che “non è stata intrapresa alcuna azione per curare e prevenire la muffa”.

Casa di edilizia popolare

La casa, un appartamento di edilizia popolare, è gestita dalla cooperativa Rochdale Boroughwide Housing. Il medico legale ha chiarito anche che l’appartamento “non era stato reso adatto alle normali attività quotidiane, il che ha portato a un eccesso di umidità e condensa”.

“Come è possibile che nel Regno Unito nel 2020 muoia un bambino di due anni a causa dell’esposizione alla muffa?”, si è chiesta la dottoressa Joanne Kearsley.

Ambulanza ingleseFonte foto: 123RF
Un’ambulanza nelle strade di Manchester, immagine di repertorio.

Il padre del piccolo Awaab aveva visto l’umidità espandersi e di conseguenza anche le chiazze di muffa. Con l’aumentare delle muffe sulle pareti, anche i malesseri respiratori del bambino andavano aggravandosi.

L’uomo aveva più volte sollecitato interventi di pulizia e di messa in sicurezza della casa, ma nessuno fra i responsabili della cooperativa ha dato seguito alle sue richieste limitandosi a rispondergli che sarebbe bastato dare una pulita alle pareti.

La perizia del tribunale ha messo in evidenza che l’alloggio aveva una ventilazione del tutto inadeguata, il che comportava condensa. Quella casa, dunque, era l’ambiente ideale per il proliferare delle muffe.

Le condizioni del piccolo Awaab sono continuate a peggiorare finché un arresto respiratorio non l’ha portato via.

La dottoressa Joanne Kearsley ha detto che la tragica morte di Awaab Ishak dovrebbe essere un “momento di riflessione” per il settore dell’edilizia abitativa popolare.

Accuse di razzismo

Oggi la famiglia chiede giustizia. E accusa di razzismo gli amministratori degli alloggi popolari: “Siamo stati trattati così perché non siamo di questo Paese”.

La famiglia Ishak ha lanciato un messaggio alla cooperativa Rochdale Boroughwide Housing: “Abbiamo un messaggio per voi: smettete di discriminare, smettete di essere razzisti, smettete di fornire un trattamento ingiusto alle persone provenienti dall’estero che sono rifugiati o richiedenti asilo, smettete di ospitare persone in case che sapete non essere adatte all’abitazione umana”.

Ambulanza Fonte foto: 123RF - ronfromyork
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