Bambina bevve soda caustica durante un matrimonio a Bari. Il padre: "45 operazioni, la sua vita è segnata"
La storia di Anna Maria, una bambina di 9 anni che bevve soda caustica per errore durante un matrimonio nel 2017. Lo sfogo del padre
Anna Maria era una bambina di soli 9 anni quando visse l’orrore di ingerire soda caustica per sbaglio durante un matrimonio. Dopo 45 interventi chirurgici, malgrado il sollievo della sentenza favorevole che ha condannato la location dell’evento, la sua vita è stata segnata. Il padre della vittima, oggi adolescente, ha raccontato il calvario quotidiano di una famiglia ferita, colpita da una disgrazia sulla quale nulla potrà veramente porre rimedio.
Un bicchiere di soda caustica
Doveva essere una classica serata festa quando Anna Maria, allora solo una bambina di 9 anni, ha vissuto un incubo che ha segnato irrimediabilmente la sua vita.
Nel 2017, durante un matrimonio a villa Menelao a Turi, in provincia di Bari, aveva chiesto semplicemente un bicchiere d’acqua. Quel sorso, apparentemente innocuo, si è rivelato letale: il cameriere le ha servito per errore soda caustica, causando danni irreparabili.
Il tragico episodio è avvenuto a Turi, vicino Bari, nel 2017
La storia di Anna Maria
L’incidente ha scatenato una serie di eventi traumatici. Anna Maria, ora adolescente, ha subito ben 45 interventi chirurgici e passato anni tra ospedali di Bari e Parma.
La sua vita è diventata un susseguirsi di ricoveri, dolore e disperazione. Nel febbraio scorso, il Tribunale civile di Bari ha condannato villa Menelao a risarcire la famiglia, riconoscendo la responsabilità nell’errore commesso.
Il magazziniere della struttura, insieme al responsabile dell’autocontrollo Haccp hanno subito inoltre la condanna in primo grado a 8 mesi di reclusione per lesioni personali colpose, in attesa dell’esito del ricorso in appello.
Lo sfogo del padre
Il padre, intervistato dal Corriere, ha espresso il dolore indelebile che la famiglia ha dovuto affrontare: “Nessuno ci ridarà indietro questi anni di sofferenza immane, in cui abbiamo avuto l’impressione di finire all’inferno. È una bambina forte, ormai una ragazza, che ha vissuto un’esperienza traumatica e che vuole provare ad andare avanti.”
“Quando è cominciato il processo penale ho sentito dire che il procedimento nemmeno si doveva aprire” ha aggiunto il papà della ragazza. “Per non parlare dell’avvocato dell’assicurazione, il cui comportamento è stato disgustoso. Non abbiamo ricevuto un minimo di solidarietà. Non parlo di soldi, non mi interessano. Parlo di rapporti umani che non ci sono minimamente stati”.
Il matrimonio organizzato in quel tragico giorno era di un parente, con il quale l’uomo ha ammesso di aver tagliato i ponti. “Quando mia figlia si è sentita male hanno pensato più al danno di immagine che alla nostra preoccupazione” ha aggiunto.