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Azione, la storia del partito fondato da Carlo Calenda

Confederato con Italia Viva e appartenente al gruppo europeo Renew Europe, ripercorriamo le tappe principali dalla fondazione a oggi

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“L’Italia è più forte di chi la vuole debole”. È questo lo slogan che ricorre su manifesti e striscioni allestiti dai militanti di Azione in occasione degli incontri ufficiali, dalle campagne di tesseramento ai comizi elettorali. Stiamo parlando del partito politico nato in Italia nel 2019 grazie alla volontà e all’impegno di Carlo Calenda, manager e dirigente d’azienda romano, divenuto celebre nel nostro Paese per i ruoli di governo ricoperti tra il 2013 e il 2018.

Oggi Azione fa parte di un gruppo unico assieme ad Italia Viva, il partito nato nel 2019 dopo la fuoriuscita di Matteo Renzi dal Partito Democratico, di cui era stato per due volte segretario nazionale. Dopo un paio d’anni di percorsi separati, i due contenitori politici hanno deciso di unire le forze in occasione delle elezioni politiche del settembre 2022, indette dal presidente della Repubblica dopo la caduta del governo guidato da Mario Draghi.

Azione, la storia del partito creato da Carlo Calenda

Per comprendere a pieno le motivazioni che hanno portato Carlo Calenda a fondare un nuovo, distaccandosi a sua volta dall’area occupata dal Partito Democratico (anche lui, proprio come Renzi, vanta un passato con i dem), occorre fare un passo indietro e ripercorrere le tappe principali che hanno segnato la sua carriera nell’ultimo decennio.

Fonte foto: ANSA

Con madre regista (Cristina Comencini, figlia del celebre Luigi) e padre diplomatico, Carlo Calenda cresce nella Roma bene del quartiere Prati, si laurea in giurisprudenza e per alcuni anni si inserisce nel mondo imprenditoriale al fianco di Luca Cordero di Montezemolo, con cui lavora prima in Ferrari e poi in Confindustria.

È sempre con lui che muove i primi passi in politica, entrando a fare parte dell’associazione Italia Futura e candidandosi alle elezioni politiche del 2013 nelle liste di Scelta Civica (il partito fondato da Mario Monti al termine della sua esperienza a Palazzo Chigi). Carlo Calenda non viene eletto in Parlamento, ma la sua fama di manager e dirigente d’azienda inizia ad essere considerata dai vertici dei nuovi esecutivi di centrosinistra.

Azione, la storia del partito: la svolta di Calenda e la nascita del gruppo

Con l’insediamento del governo guidato da Enrico Letta, per Carlo Calenda si spalancano le porte del dicastero dello Sviluppo economico, al cui interno viene nominato viceministro. Il ruolo gli viene confermato anche da Matteo Renzi tra il 2014 e il 2017. Sarà proprio l’ex sindaco di Firenze, nel 2016, a promuoverlo nuovo ministro dello Sviluppo economico, dove sostituisce la dimissionaria Federica Guidi. Nel frattempo decide di abbandonare Scelta Civica e di iscriversi al Partito Democratico.

A livello nazionale, Carlo Calenda si afferma come uomo di indiscusse capacità gestionali e inizia a coagulare consensi attorno alla propria figura. Tanto che, quando lascia la carica di ministro nel 2018 con la nascita del primo governo di Giuseppe Conte, l’area di centrosinistra decide ancora una volta di valorizzarlo e nel 2019, da candidato del PD, viene eletto deputato al Parlamento europeo. Ma è qui che arriva il primo dei tanti colpi di scena che lo caratterizzeranno in questi anni.

Azione, la storia del partito: alleanze e collocazione politica

Infatti, sempre nel 2019, cade l’esecutivo gialloverde e il PD decide di sostenere un secondo mandato di Giuseppe Conte entrando a fare parte di un governo con il Movimento 5 stelle. Carlo Calenda, sentendosi troppo distante dal partito di Beppe Grillo (cosa che influenzerà tutte le sue vicende future), non condivide la scelta e decide di uscire dal PD a distanza di appena tre mesi dalla sua elezione a Strasburgo. E così, assieme al senatore Matteo Richetti e ad un comitato promotore, fonda la sua nuova formazione politica, che prenderà il nome di Azione.

calendaFonte foto: ANSA

La collocazione del gruppo è chiara: il tentativo di Calenda è quello di creare uno spazio al centro in cui vengano coniugate le istanze sociali care al centrosinistra e i temi economici di ispirazione più liberale. A livello ufficiale, i primi alleati sono il Partito Repubblicano Italiano (già allora in via di estinzione) e +Europa, la formazione creata da Emma Bonino e Benedetto Della Vedova.

Azione, la storia del partito: le prime elezioni locali e l’ingresso in Renew Europe

Al primo appuntamento elettorale della propria storia, Azione sostiene la candidatura di Stefano Bonaccini, che nel gennaio del 2020 cerca e ottiene la riconferma come presidente dell’Emilia Romagna. Il partito sosterrà i candidati del centrosinistra anche nelle successive elezioni regionali in Toscana e nelle Marche, mentre in Puglia schiera un proprio profilo autonomo nella persona di Ivan Scalfarotto, che però ottiene solo l’1,6% delle preferenze, non entrando in Consiglio regionale.

Dopo aver osteggiato la riforma costituzionale per il taglio del numero dei parlamentari promossa dal Movimento 5 stelle (verrà approvata sia in Parlamento che tramite il successivo referendum popolare), nel 2021 è il momento delle elezioni amministrative nelle grandi città. Azione sostiene Beppe Sala nella sua riconferma come primo cittadino di Milano, mentre a Napoli si presenta a supporto di Antonio Bassolino, che però non verrà eletto in Consiglio comunale.

Il finale d’anno è assai movimentato: sempre più in contrasto con le scelte del PD, Carlo Calenda decide di uscire anche dalla delegazione dei democratici al Parlamento europeo, portando il proprio partito ad aderire al gruppo Renew Europe. Nel frattempo si rinsalda il rapporto con +Europa, con cui si arriva alla nascita di una federazione unica di matrice “liberal-democratica e social-liberale” (così viene descritta in conferenza stampa).

Azione, la storia del partito: la caduta del governo Draghi e l’alleanza con Italia Viva

Il resto è storia recente. Durante l’elezione del presidente della Repubblica di inizio 2022, Azione propone il nome di Marta Cartabia (allora ministra della Giustizia), per poi convergere sulla riconferma di Sergio Mattarella. Circa un mese più tardi, a Roma, si svolge il primo congresso nazionale del partito: Matteo Richetti viene nominato presidente, con Carlo Calenda nel ruolo di segretario.

Un passaggio di svolta arriva con la caduta del governo guidato da Mario Draghi, di cui Azione è stata ferrea sostenitrice fin dall’insediamento nel febbraio del 2021. Tra i partiti che causano la fine dell’esecutivo c’è anche Forza Italia, che a seguito di quella scelta perde alcuni dei suoi rappresentanti più illustri: parliamo di Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, ministre di quel governo, che lasciano il partito di Silvio Berlusconi per aderire proprio al gruppo di Calenda.

L’ex manager le accoglie a braccia aperte – con loro anche altri ex deputati e senatori forzisti – e infatti le candida alle successive elezioni politiche del settembre 2022 (verranno entrambe elette), in cui Azione si presenta assieme ad Italia Viva nel cosiddetto Terzo Polo. A urne chiuse, il risultato è però sotto le aspettative: la coalizione raccoglie meno dell’8% delle preferenze a livello nazionale, eleggendo 21 parlamentari alla Camera e 9 al Senato.

Calenda Fonte foto: ANSA
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