Aviaria, nuova pandemia in arrivo? L'allarme dell'Oms: "Prepariamoci". Cosa dicono gli esperti italiani
Il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus avvisa il mondo sull'aviaria: "Dobbiamo prepararci"
Ora che i numeri del Covid-19 sembrano ridimensionarsi in Italia, un nuovo allarme sembra profilarsi all’orizzonte: è legato alla diffusione dell’aviaria tra i mammiferi.
Aviaria: l’allarme dell’Oms
In occasione del periodico briefing con la stampa, come riporta ‘La Repubblica’, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato a proposito dell’aviaria: “Nelle ultime settimane ci sono state diverse segnalazioni di mammiferi tra cui visoni, lontre, volpi e leoni marini, che sono stati infettati dall’influenza aviaria H5N1. Il virus ha circolato ampiamente negli uccelli selvatici e nel pollame per 25 anni, ma la recente diffusione ai mammiferi deve essere monitorata attentamente. Per ora, l’Oms valuta il rischio per l’uomo come basso, ma dobbiamo prepararci a ogni evenienza“.
Ghebreyesus ha spiegato: “Da quando H5N1 è emerso per la prima volta nel 1996, abbiamo assistito solo a trasmissioni rare e non prolungate da e tra esseri umani. Non possiamo presumere, però, che rimarrà così e dobbiamo prepararci a qualsiasi cambiamento dello status quo. Come sempre, si raccomanda di non toccare o raccogliere animali selvatici morti o malati, ma di segnalarli alle autorità locali”. Poi ha aggiunto: “L’Oms raccomanda di rafforzare la sorveglianza negli ambienti in cui interagiscono esseri umani e animali d’allevamento o selvatici e continua a collaborare coi produttori per assicurarsi che, se necessario, le forniture di vaccini e antivirali siano disponibili per l’utilizzo globale”.
Il direttore generale dell’Oms, Ghebreyesus.
Allarme aviaria: i numeri
Stando ai dati raccolti dalla World Organization for Animal Health (Woah), l’aviaria ha già portato alla morte 208 volatili nel mondo. A provocare lo stato di allerta, si legge ancora su ‘La Repubblica’, sono però i 200 casi registrati tra i mammiferi in Spagna e nel Regno Unito.
Allarme aviaria: cosa dicono gli esperti
‘La Repubblica’ riporta anche gli interventi in merito di alcuni esperti italiani. Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma, ha dichiarato: “L’influenza aviaria ci preoccupa perché questo virus ci sta dimostrando una grandissima capacità di contagio. Soprattutto, si è trasmesso ai mammiferi, anche se fortunatamente non ancora all’uomo. La paura è che faccia il salto di specie. Purtroppo è una costante del nostro abitare questo pianeta”. Ricciardi ha anche detto: “Sappiamo che quella Covid non è l’ultima pandemia e dobbiamo essere vigili”.
Secondo il virologo Massimo Clementi, professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, “fa bene l’Oms a tenere alta l’attenzione su questo fronte”. Clementi ha aggiunto: “Non c’è allarme e non c’è da fare nessun allarmismo, ma sono situazioni con cui dovremo convivere per tutti i prossimi anni. Se vogliamo evitare lo sviluppo di pandemie, dobbiamo fare in modo di avere dei sensori nell’ambiente e riconoscere i fenomeni prima che accadano”.
Giovedì 9 febbraio, Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, ha scritto su ‘Facebook’: “Una pandemia molto più mortale del COVID potrebbe arrivare presto. Si tratta della influenza aviaria che ha una mortalità di oltre il 50%. Bisogna lavorare tutti insieme per evitare che succeda e per mitigarne le conseguenze se dovesse succedere”. Poche ore dopo, a ‘Primo Canale’ ha dichiarato: “È necessario fare quel che non è stato fatto per gli altri tipo di influenza. Prepararci, attrezzarci ed essere pronti a gestire un eventuale problema perché una pandemia arriverà di nuovo e di sicuro. La gente deve rendersi conto di questo. Se non lo fa, vuol dire non aver capito nulla di quel che ci ha lasciato il Covid”.