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Aviaria, focolai a Ostia e Verona: "Attenzione ai sintomi sospetti"

Scatta la zona di protezione nel Lazio e in Veneto, per tenere sotto controllo e abbattere i capi di pollame infetti dal virus H5N1

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

È “sotto controllo” il focolaio di influenza aviaria scoppiato in un allevamento di Roma, nella zona di Ostia. Lo ha reso noto in un comunicato stampa l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana. “I servizi veterinari stanno facendo un ottimo lavoro”, viene sottolineato dall’ente.

“Tutti i volatili presenti nell’allevamento sono stati abbattuti e, buona notizia, i prelievi sui suini hanno dato esito negativo”, viene fatto sapere ancora dall’Istituto.

Durante la riunione dell’Unita di crisi veterinaria nazionale, il Centro di referenza ha inoltre riferito che il virus isolato a Ostia non è lo stesso circolante in Veneto.

Quello del litorale di Roma sarebbe infatti un ceppo diverso, trasmesso agli animali di allevamento da uccelli selvatici provenienti dal Nord Europa e dall’Asia Centrale.

Influenza aviaria, allerta massima in Veneto: l’importanza dei protocolli

In Veneto è infatti allerta massima per l’influenza aviaria, con circa venti focolai nella provincia di Verona, che hanno interessato diverse centinaia di migliaia di capi. La zona di sorveglianza è stata ora estesa anche ad allevamenti della provincia di Padova.

Coldiretti Padova ha invitato le aziende a prestare la massima attenzione e segnalare subito i sintomi ricollegabili al virus H5N1 che colpisce gli uccelli.

Carlo Giulietti, presidente di Copagri Veneto, ha spiegato all’Ansa di ritenere fondamentale, “vista l’aggressività e la pericolosità del virus, mettere tutta l’attenzione del caso sulla necessità di attenersi strettamente alle misure di biosicurezza indicate dalle autorità competenti”.

“Oltre a segnalare qualsiasi sintomatologia sospetta invitiamo tutti gli allevamenti avicoli a rispettare i protocolli individuati per evitare il rischio di contagi indiretti”, ha dichiarato ancora.

Dunque “attenzione quindi alla disinfezione dei camion, all’ingresso e all’uscita dall’azienda, e all’utilizzo di calzari e abbigliamento dedicato, evitando il contatto diretto tra uccelli selvatici e pollame e limitando le visite esterne in allevamento”.

Virus dell’influenza aviaria: cos’è e quali sono i rischi per l’uomo

Nelle due aree di protezione, che continueranno a essere sottoposte all’ordinanza che prevede l’utilizzo di misure di contenimento, continueranno anche le attività di monitoraggio e tracciamento dei casi positivi e a rischio.

I virus dell’aviaria attualmente circolanti, quali quello isolato a Roma e quello isolato in Veneto, “non presentano rischi di potenziale trasmissione da animale a uomo“, come ha ribadito l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana.

Si tratta di un’influenza che ha la capacità di infettare praticamente tutte le specie di uccelli, e può manifestarsi sia in forme lievi che particolarmente gravi.

È causa di epidemie che si manifestano ciclicamente in ogni parte del mondo, a causa dell’interazione tra animali selvatici e animali da allevamento, che spesso portano alla morte di questi ultimi.

L’H5N1 è un ceppo altamente instabile, che ha la capacità di acquisire velocemente geni di virus che infettano altri animali, e per questo è un sorvegliato speciale da diversi anni.

Sono state dimostrate infezioni in maiali, gatti e topi, e si teme che possa fare il salto di specie e trasmettersi anche all’uomo. Per questo quando degli animali sono infetti sono prese importanti misure di contenimento.

Dalla Spagnola al coronavirus, le epidemie dell'ultimo secolo Fonte foto: ANSA
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