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La sentenza della Cassazione sugli autovelox non omologati e le multe annullate coi ricorsi: Comuni in rivolta

Pioggia di ricorsi per far annullare le multe ricevute a causa di autovelox non omologati: a rischio molti Comuni, che potrebbero rimetterci milioni

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Dopo la causa vinta da un automobilista di Treviso, si teme l’effetto domino per i ricorsi sui Comuni italiani. L’Anci prevede una pioggia di richieste di annullamento di multe per eccessi di velocità registrati tramite autovelox non omologati. Cosa dice la sentenza della Cassazione.

Multe annullate con i ricorsi, la causa vinta a Treviso

La Corte di Cassazione ha accolto l’impugnazione di un automobilista-avvocato di Treviso, che aveva presentato ricorso per una multa ricevuta per aver viaggiato a 97 chilometri orari dove il limite è di 90.

L’uomo aveva presentato un esposto in seguito a un contenzioso nato due anni fa tra il giudice di e la magistratura ordinaria, che si erano pronunciate in modo opposto sul caso di un automobilista multato.

Autovelox non omologati e multe annullate coi ricorsi, Cassazione mette milioni di euro a rischio per i ComuniFonte foto: ANSA
In seguito alla causa vinta da un avvocato di Treviso, si teme una pioggia di ricorsi per richiedere l’annullamento delle multe per eccessi di velocità registrati con autovelox non omologati

Le due sentenze avevano portato alla luce un vuoto normativo, causato dal fatto che gli autovelox in questione sarebbero stati autorizzati dal ministero delle Infrastrutture, ma non omologati dallo stesso Governo, tramite una necessaria verifica più approfondita.

Gli autovelox non omologati, cosa dice la sentenza della Cassazione

Tra i molti che attendevano la sentenza della Corte di Cassazione c’era anche l’associazione nazionale “Migliore tutela”, il cui presidente, Emanuele Dalla Palma, ha espresso la propria soddisfazione: “Prima o poi doveva accadere. Da tre anni profetizziamo una sentenza di questo tipo”.

“Più volte abbiamo fatto presente alle istituzioni che c’era una cortina fumogena sulla questione autovelox, un gap tra omologazione e autorizzazione” ha poi continuato Della Palma, sottolineando così quel vuoto normativo che potrebbe permettere a molti cittadini di fare ricorso, a discapito delle finanze dei Comuni.

La differenza sostanziale, come spiegato a Repubblica dall’avvocato Emanuele Ficara, sta nel fatto che “l’omologazione accerta che il macchinario rispetti i requisiti tecnici previsti dalla normativa e ne consente la riproduzione in serie. L’approvazione, invece, consiste nell’autorizzazione del prototipo secondo degli standard definiti”. Standard che però la legge non definisce in modo chiaro.

Il rischio per i Comuni

L’omologazione è quindi ciò che garantisce “che tutti i macchinari possiedono le stesse caratteristiche”, requisito che se assente porterebbe a “delle disparità nella rilevazione della velocità”. Motivo per il quale si teme ora una valanga di ricorsi per richiedere l’annullamento delle multe.

Un timore che nasce anche dalla consapevolezza che “i macchinari non omologati sono la stragrande maggioranza di quelli che si trovano tra le strade”, come riferisce Carlo Rapicavoli, direttore veneto dell’associazione dei comuni.

Nel solo Veneto, le sanzioni per eccesso di velocità misurato da autovelox valgono circa 16 milioni di euro l’anno (sui 50 milioni totali che riguardano le violazioni del codice della strada), e la quota normalmente riscossa dal Comune di Treviso sarebbe di poco inferiore ai 4 milioni. Cifre che, se obbligati alla restituzione, provocherebbero seri danni alle finanze comunali.

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