Attivisti pro-Palestina occupano la Mole Antonelliana a Torino e appendono uno striscione: cosa c'è scritto
Attivisti pro-Palestina hanno occupato la Mole Antonelliana bloccando l'ingresso e affiggendo uno striscione: cosa c'è scritto
Mole Antonelliana occupata. Circa 100 attivisti pro-Palestina hanno bloccato l’ingresso dell’edificio, simbolo di Torino: giovedì 16 novembre alcuni di loro sono entrati per chiedere il cessate il fuoco in Medio Oriente. Sulla Mole appeso uno striscione che recita Ceasefire (cessate il fuoco, appunto). Altri invece hanno esposto un cartellone con scritto Stop genocidio.
La protesta degli attivisti
Citati da LaPresse, gli attivisti hanno dichiarato che “dal 7 di ottobre a oggi, in completa contravvenzione al diritto internazionale, Israele ha ucciso circa 12 mila palestinesi (di cui più di 5 mila bambini) e ha ferito almeno 10 mila persone”.
E ancora: “La popolazione di Gaza, intrappolata dentro la più grande prigione a cielo aperto del mondo, sta morendo di fame, sete e mancanza di medicinali perché Israele ha tagliato le forniture di acqua, cibo e fonti energetiche”.
La Mole Antonelliana a Torino
In un altro cartello, citato dall’Ansa, si legge che “l’Italia è complice del genocidio a Gaza“.
“Il nemico – ha detto un manifestante – è in casa nostra: sono il Governo e tutta l’opposizione parlamentare che sostengono questo massacro”.
L’assemblea all’Università
Il sito InfoAut ha dato notizia anche della manifestazione tenuta nell’atrio di Palazzo Nuovo, polo umanistico dell’Università di Torino, nella giornata di mercoledì 15 novembre.
L’assemblea studentesca, “in solidarietà alla Palestina e contro i Governi occidentali che sostengono e incrementano la guerra a tutto campo che si manifesta in tutto il mondo dalla Palestina all’Ucraina“, ha visto la partecipazione di centinaia di studenti.
La situazione a Gaza
Nel frattempo, la situazione a Gaza è disperata.
Giovanna Bizzarro, rappresentante italiana per la Croce Rossa in Palestina, ha riferito all’Ansa che “abbiamo dislocato le 5 ambulanze che ci restano a nord di Gaza in punti strategici: avendo perso le comunicazioni con la centrale operativa sul territorio, che è stata smantellata, si procede ascoltando le urla di aiuto”.
“Si continuano a ricevere chiamate al numero d’emergenza di cittadini intrappolati dalle macerie e gente bloccata in casa, ma spesso i nostri team non riescono a raggiungere le persone colpite“, ha concluso.