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CRONACA ESTERA

Esplosione di 2 bombe in Brasile vicino alla Corte Suprema, ex candidato morto nell'attentato prima del G20

Esplosione davanti alla Corte Suprema in Brasile, l'attentatore è morto: era un ex candidato consigliere, una delle bombe gli sarebbe scoppiata in mano per sbaglio

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Mercoledì 13 novembre un attentato in Brasile ha scosso il cuore politico e istituzionale del Paese. Un uomo, identificato come Francisco Wanderley Luiz, ex candidato consigliere comunale per il Partito Liberale (PL), ha fatto esplodere due bombe nella Piazza dei Tre Poteri, che ospita la Corte Suprema, il Parlamento e il Palazzo Planalto, sede della Presidenza della Repubblica.

Doppia esplosione in Brasile davanti alla Corte Suprema

Due ordigni sono esplosi nella Piazza dei Tre Poteri, nella capitale brasiliana. Il bilancio è di un morto, l’attentatore, e non si registrano feriti.

La prima esplosione è avvenuta davanti alla Corte Suprema, seguita a breve distanza da una seconda detonazione in una zona vicina, dove a saltare in aria è stata un’auto contenente esplosivi artigianali.

Testimoni oculari hanno riferito di aver visto fumo fuoriuscire dal bagagliaio del veicolo poco prima del secondo scoppio.

Le indagini sono state avviate dalla polizia federale, che ha inviato sul posto una squadra d’intervento rapida e un’unità di disinnesco bombe.

Al momento, le cause dell’attentato non sono ancora state chiarite, ma sembra che l’autore abbia tentato di avvicinarsi agli edifici istituzionali prima dell’esplosione.

La coincidenza dell’attacco con il periodo di preparazione del vertice del G20, previsto per fine mese a Rio de Janeiro, ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza del Paese.

La dinamica dei fatti

Secondo quanto emerge dalle ricostruzioni, rese possibili dalle telecamere di videosorveglianza e da alcuni testimoni, l’attentatore sarebbe sceso dall’auto con una bomba che gli sarebbe esplosa in mano per errore: si indaga per capire se effettivamente sia esplosa durante il tentativo di lanciarla verso la Corte Suprema.

In seguito, l’ordigno artigianale costruito e tenuto in auto si sarebbe innescato.

Si parla di un terzo oggetto non esploso: la zona, anche per questo motivo, è stata isolata.

Le indagini sono ora affidate alla polizia federale, che ha attivato un’unità di intervento rapido e una squadra anti-bomba.

Sentito il figlio e alcuni amici dell’attentatore, che viene descritto come un “pazzo” anche dall’ex presidente Bolsonaro.

Chi era l’attentatore Francisco Wanderley Luiz, ex candidato consigliere

L’attentatore è stato identificato, si tratta di Francisco Wanderley Luiz, un uomo di 59 anni, ex candidato consigliere comunale del Partito Liberale (PL), vicino all’ex presidente Jair Bolsonaro (già accusato di aver spinto i suoi allo scontro con Lula lo scorso anno).

Luiz ha avuto un passato segnato da problemi familiari e relazionali: si era allontanato da Rio do Sul, la sua città natale, da alcuni mesi.

Il figlio adottivo, Guilherme Antônio, ha raccontato che l’uomo aveva deciso di partire per il Cile prima di compiere l’attentato.

In alcuni messaggi pubblicati su Facebook poche ore prima dell’attentato, Francisco Wanderley Luiz aveva manifestato posizioni fortemente critiche verso la magistratura e i leader politici di sinistra, definendo “comunisti” diversi esponenti di spicco, tra cui gli ex presidenti Fernando Henrique Cardoso e José Sarney.

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Secondo quanto riportato dalla stampa brasiliana, Luiz era conosciuto per la sua militanza nell’ambito del bolsonarismo.

Il suo gesto sembra essere stato motivato da un odio politico crescente, che è culminato in questo attacco violento.

Fonte foto: ANSA

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