AstraZeneca, Draghi in pressing sull'Ue: si punta allo Sputnik
Lo stop al vaccino AstraZeneca preoccupa i governi europei, Draghi irritato per la lentezza della risposta europea: si punta allo Sputnik
Il blocco temporaneo alla somministrazione del vaccino di AstraZeneca mette in difficoltà la programmazione della campagna vaccinale italiana, in particolare nelle regioni più avanti come il Lazio. Uno stop che, come riporta Repubblica, preoccupa il premier Mario Draghi, irritato dalla lentezza dell’Europa nel dare risposte certe su un tema delicato e centrale nel mezzo di una pandemia.
È probabile che lo stop sia solo di alcuni giorni: Italia, Francia, Germania e Spagna hanno sospeso le somministrazioni in attesa di un nuovo parere dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, che dovrebbe arrivare giovedì.
Gli esperti hanno raccolto i dati, comprese cartelle mediche e autopsie, sui 30 casi sospetti di tromboembolie segnalati in Europa su 5 milioni di dosi somministrate, e li stanno analizzando. Già oggi l’Ema aggiornerà i ministri della Salute dei Paesi Ue sui risultati preliminari dell’indagine, con il parere finale annunciato per giovedì.
Gli esperti dell’agenzia Ue hanno finora sostenuto che non ci sono rischi per la popolazione ed è molto probabile che confermeranno il via libera ad AstraZeneca, perché, dai dati finora raccolti, non c’è un maggiore rischio di trombosi tra chi ha ricevuto il vaccino anglo-svedese rispetto alla popolazione generale.
Un giudizio che difficilmente cambierà in due giorni. È molto probabile quindi che l’Ema giovedì raccomanderà di proseguire con le somministrazioni del vaccino di AstraZeneca.
Timori verso AstraZeneca, Draghi punta lo Sputnik
Si prospetta quindi uno stop solo di pochi giorni. Un ritardo che si aggiunge a quelli accumulati nelle settimane precedenti. Il danno maggiore però è stato fatto e riguarda i timori e le paure delle persone provocati dal clamore mediatico attorno a questa decisione, arrivata dopo i lotti sospesi e le inchieste avviate dalla magistratura.
Il dubbio, una volta instillato, difficilmente se ne va. Il governo teme quindi che il vaccino di AstraZeneca sia ormai compromesso agli occhi della popolazione. Un problema che si unisce ai tagli alle forniture annunciate dall’azienda anglo-svedese.
Per questo i governi europei si stanno muovendo in altre direzioni. L’Ue punta ad aumentare le forniture di Pfizer, che già nel secondo trimestre potrebbe arrivare a consegnare più dosi di quanto preventivato.
Il governo Draghi, secondo quanto riporta Repubblica, starebbe puntando anche al vaccino russo Sputnik, con l’autorizzazione dell’Ema che potrebbe arrivare entro maggio.
L’Italia è stato l’unico Paese finora a chiedere alla Commissione europea di acquistarlo con un contratto unico a livello Ue, come con tutti gli altri vaccini acquistati fin qui. Ma in caso di risposta negativa – in ballo ci sono anche questioni geopolitiche – è pronta a proseguire da sola con un contratto con Mosca.