Assisi, 25enne ucciso durante una battuta di caccia al cinghiale: l'arrestato è un "amico di famiglia"
Davide Piampiano, rimasto ucciso durante una battuta di caccia al cinghiale, indossava una telecamera: le immagini hanno incastrato il presunto responsabile
Emergono nuovi dettagli sul presunto responsabile della morte di Davide Piampiano, 25enne di Assisi ucciso durante una battuta di caccia al cinghiale lo scorso 11 gennaio. La vittima indossava una telecamera GoPro che ha ripreso il momento della morte. Grazie alle immagini gli inquirenti hanno stabilito che il giovane non era morto per un colpo partito accidentalmente dal suo fucile, ma era stato raggiunto da un colpo sparato da un altro cacciatore.
- La morte di Davide Piampiano durante una battuta di caccia
- Ucciso durante la caccia, c'è un arresto per omicidio volontario
- Il responsabile incastrato da una telecamera
- L'amico di famiglia, presunto responsabile, si trova in carcere
La morte di Davide Piampiano durante una battuta di caccia
La tragedia risale allo scorso 11 gennaio, quando Davide Piampiano era impegnato insieme ad altre due persone in una battuta di caccia al cinghiale nei pressi del monte Subasio, in provincia di Perugia. Secondo la ricostruzione del magistrato inquirente, mentre il giovane stava percorrendo località Fosso delle Carceri un colpo lo raggiunge in pieno petto.
Il colpo sarebbe partito dal fucile di P.F., un amico di famiglia che a quanto risulta la vittima considerava come un “secondo padre”. Lo stesso P.F., invece di chiamare i soccorsi, decide di mettere in scena un incidente. Per la famiglia della vittima, come riportato dall’avvocato, è stato “come se Davide fosse stato ucciso una seconda volta”. Come riportato dalla Nazione, la mamma di Davide Piampiano ha detto che suo figli chiamava “papà” il 50enne che ora è stato arrestato, “lo considerava un secondo padre”, ha detto la mamma della vittima.
Ucciso durante la caccia, c’è un arresto per omicidio volontario
Sempre secondo la ricostruzione della Procura di Perugia, diretta da Raffaele Cantone, lo sparatore voleva far sembrare la morte di Davide Piampiano un incidente dovuto a un colpo partito dal fucile della vittima a causa di una caduta.
P.F. avrebbe dunque sparato un colpo a vuoto dal fucile del 25enne e si sarebbe allontanato dalla scena. Dunque, se la ricostruzione degli inquirenti sarà confermata, P.F. avrebbe lasciato Davide Piampiano agonizzante a terra, preferendo inscenare l’incidente invece di chiamare i soccorsi.
Il responsabile incastrato da una telecamera
Per questa ragione P.F., al momento, è in stato di arresto con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale. Ma fin dall’inizio la versione del colpo di fucile partito accidentalmente dal fucile della vittima non aveva convinto gli inquirenti, a cominciare dal fatto che il colpo mortale non era stato sparato a bruciapelo.
Raffaele Cantone, Procuratore Capo di Perugia
Poi la svolta grazie al ritrovamento della GoPro, una piccola telecamera che Davide Piampiano indossava sempre per poi postare i video delle battute di caccia sui social.
L’amico di famiglia, presunto responsabile, si trova in carcere
Gli inquirenti acquisiscono le indagini e trovano conferma dei loro sospetti: il colpo non è partito dal fucile di Davide Piampiano. Anzi, un’altra persona tenta di mettere in scena l’incidente.
In riferimento al comportamento di P.F. il giudice per le indagini preliminari scrive che “con la sua scelta di non chiamare immediatamente i soccorsi accettato il rischio che il soggetto colpito potesse morire”. L’arrestato, che è un amico di vecchia data della famiglia della vittima, si trova nel carcere di Capanne, a Perugia.