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Arrestò con troppa violenza un ubriaco armato: poliziotto condannato a un anno e sette mesi

Il fatto è avvenuto tre anni fa, in un sottopassaggio della stazione di Varese. Il poliziotto, a processo con diverse imputazioni, è stato condannato

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Nel gennaio del 2020 un agente della PolFer, in servizio a Varese, individuò nel sottopassaggio della stazione un uomo, visibilmente ubriaco e armato di due coltelli.

Prontamente l’agente immobilizzò l’uomo, un pregiudicato straniero, ma le modalità vennero ritenute decisamente troppo dure e il poliziotto finì a processo. Che ora si è concluso.

L’arresto dell’ubriaco armato

Era il 9 gennaio del 2020. L’agente della PolFer in servizio agì prontamente per immobilizzare e neutralizzare il pericolo portato da un uomo ubriaco e armato che si aggirava nel sottopasso di via Morosini, a Varese.

Arrestò con troppa violenza un ubriaco armato: poliziotto condannato a un anno e sette mesiFonte foto: ANSA
Agenti in una stazione

Il poliziotto, un uomo di 48 anni, nell’arrestare l’ubriaco armato lo scaraventò violentemente a terra, facendogli sbattere volto e cranio sulla pavimentazione del sottopasso.

Nel giro di poco tempo il poliziotto si ritrovò a processo per abuso di autorità, lesioni personali, falso e calunnia.

La condanna per il poliziotto

Alla fine, nonostante il pm avesse chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi di carcere, è arrivata la sentenza di un anno e sette mesi.

L’agente è stato prosciolto dall’accusa di abuso di autorità, ma è stato condannato per falso ideologico e calunnia, avendo scritto nella sua annotazione di servizio che gli infortuni al rachide e alla spalla conseguenti alla colluttazione sono stati causati dalla reazione dello straniero.

Ovviamente si prospetta un ricorso in appello, mentre si è subito levata la voce grossa dei sindacati di settori, sconcertati dalla sentenza.

Il ricorso e le problematiche per gli agenti

Gli avvocati dell’agente hanno già annunciato un prossimo ricorso, per una sentenza che sta levando molte polemiche nell’ambiente delle Forze dell’Ordine.

Paolo Macchi, segretario del Siulp, il sindacato di polizia, si è detto certo che “i prossimi gradi di giudizio chiariranno questo immenso equivoco”, in una dichiarazione rilasciata a VareseNews.

“Pur rispettando sempre le sentenze dei giudici, la condanna del poliziotto accusato di essere stato ‘troppo duro’ nell’affrontare uno straniero ubriaco armato di coltello lascia molto perplessi e pone diversi interrogativi sulle tutele per le forze dell’ordine” ha invece detto il consigliere comunale di Varese Ideale, Stefano Clerici.

Ovviamente gli agenti delle Forze dell’Ordine devono essere messi in condizione di poter svolgere in sicurezza (per quanto possibile) il loro lavoro.

Proprio per questo motivo hanno in dotazione un taser, solitamente sufficiente per immobilizzare un soggetto pericoloso e ammanettarlo senza utilizzare eccessiva violenza.

polizia-1-1 Fonte foto: ANSA
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