Arrestato lo chef Mario Di Ferro, pusher dei vip a Palermo: tra i clienti c’è anche Gianfranco Miccichè
Arrestato un noto ristoratore della zona, accuse anche per l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè: “Andava a prendere la droga con l’auto blu”
Sei persone sono state raggiunte dalle misure cautelari disposte dal gip Antonella Consiglio. I reati contestati riguardano, a vario titolo, diversi episodi di vendita e cessione di droga ai “vip” di Palermo. Tra questi anche l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, che al momento non risulta però indagato.
L’arresto del “pusher dei vip”
Dalla mattina di oggi, giovedì 29 giugno, si trova agli arresti domiciliari lo chef Mario Di Ferro, una delle sei persone indagate nell’ambito del blitz contro lo spaccio di droga tra i vip della “Palermo bene”.
L’uomo, gestore del noto ristorante “Villa Zito”, è accusato di aver procurato e ceduto cocaina, tra gli altri, all’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana (Ars), nonché uno dei leader di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè.
L’ex presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, con il vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, in una foto del 2022
Sono invece finiti in carcere i due spacciatori che rifornivano il gestore di Villa Zito: Gioacchino e Salvatore Salamone. Altri tre indagati, collaboratori di Di Ferro nel ristorante, Pietro Accetta, Gaetano Vara e Giuseppe Menga, hanno invece l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’indagine sul ristorante “Villa Zito”
A partire da un’intercettazione, avvenuta nell’ambito di una differente indagine, è nato il procedimento che ha portato poi alle misure cautelari odierne.
Negli ultimi mesi difatti gli investigatori hanno potuto accertare che il ristorante era diventato teatro di un’intensa attività di spaccio, che aveva come protagonisti sia lo chef che Gioacchino e Salvatore Salamone, già condannati per spaccio in un processo sui traffici dei clan mafiosi palermitani.
I due avrebbero difatti fornito la droga a Di Ferro, il quale avrebbe anche usato alcuni dipendenti per smerciare lo stupefacente. Tra gli episodi rilevati durante l’inchiesta, c’è anche quello inerente l’ex presidente della Ars, che pare andasse ad acquistare la droga a bordo dell’auto blu guidata dall’autista.
Le parole di Miccichè
Interpellato dall’ANSA, Gianfranco Miccichè è comunque intervenuto sulla questione, dicendosi in primis “dispiaciuto per Mario Di Ferro: è un caro amico che conosco e frequento da moltissimi anni”. Ovviamente, una delle figure di spicco di Forza Italia in Sicilia non ha potuto approfondire la questione, dato che “devo capire cosa c’è nell’inchiesta in cui non sono indagato”.
Miccichè ha comunque confermato di aver preso parte alle feste organizzate da Di Ferro, che ha reputato “sempre molto divertenti, frequentate da tantissima gente e dove non ho mai visto della droga”. In ogni caso, Miccichè ha ammesso di aver consumato cocaina, definendolo “un errore che ho fatto nella vita di cui sono pentito”.
Ma già lo scorso aprile lo chef aveva avuto problemi con la legge, quando era stato arrestato dagli agenti Sisco e della squadra mobile poco dopo aver ceduto 3 grammi di cocaina a Giancarlo Migliorisi, all’epoca capo della segreteria tecnica della presidenza dell’Ars.
A stretto giro Gaetano Galvagno, presidente dell’Ars, aveva detto pubblicamente che, “al netto della sua professionalità e competenza ho ritenuto di licenziarlo con effetto immediato”.