Arrestato l'imprenditore Giovanni Vassallo, fedelissimo di Matteo Messina Denaro: spunta covo boss in Tunisia
A Mazara del Vallo arrestate 3 persone. C’è anche l’imprenditore Giovanni Vassallo, fedelissimo di Matteo Messina Denaro: scoperto un covo in Tunisia
Operazione dei carabinieri del R.O.S. a Mazara del Vallo: tre persone in manette, tra le quali l’imprenditore 71enne Giovanni Vassallo, considerato un fedelissimo del boss Matteo Messina Denaro. Vassallo avrebbe contribuito a finanziare la latitanza del boss, e spunta anche un covo in Tunisia.
- L’arresto di Giovanni Vassallo
- I compiti di Vassallo per Matteo Messina Denato
- Il covo in Tunisia di Messina Denaro
L’arresto di Giovanni Vassallo
È scattata nella mattinata di oggi – mercoledì 20 dicembre – l’operazione dei carabinieri del R.O.S. (Raggruppamento Operativo Speciale) e del comando provinciale di Trapani, che ha portato all’arresto di tre persone.
Gli agenti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Palermo, arrestando l’imprenditore Giovanni Vassallo, ora agli arresti domiciliari, Emilio Alario e Giuseppe Lodato, per i quali è stata invece notificata la misura della custodia cautelare in carcere.
Ai domiciliari l’imprenditore Giovanni Vassallo, che avrebbe aiutato il boss Matteo Messina Denaro (in foto durante l’arresto) nella latitanza, grazie anche a un covo in Tunisia
Giovanni Vassallo, imprenditore mazarese di 71 anni, avrebbe fatto parte di una rete di fedelissimi di Matteo Messina Denaro, per il quale gestiva le comunicazioni, contribuendo anche a finanziarne la latitanza.
I compiti di Vassallo per Matteo Messina Denato
Secondo i risultati delle indagini, Giovanni Vassallo, ai domiciliari con l’accusa di associazione mafiosa e definito dal gip “presidio giurisdizionale di Cosa Nostra”, aveva tra i vari compiti anche quello di risolvere liti e contenziosi tra privati, occupandosi principalmente dei mancarti pagamenti di debiti e di intermediazioni immobiliari.
L’inchiesta, che è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, puntava a chiarire affari e dinamiche interne del clan di Mazara del Vallo, strettamente legato al boss Messina Denaro, morto lo scorso 25 settembre otto mesi dopo la cattura.
Dalle indagini è emerso che il 71enne Vassallo ha assicurato al boss aiuto logistico ed economico durante la latitanza, arrivando anche ad approfondire una pista sulla quale si indagava da ormai 13 anni, ovvero quello del presunto covo in Tunisia del boss.
Il covo in Tunisia di Messina Denaro
Fin dal 2012, come emerso dal lavoro degli agenti, Vassallo avrebbe organizzato gli incontri del capomafia di Castelvetrano con altri “uomini d’onore”. Ad attivarsi però in prima persona per definire la latitanza di Matteo Messina Denaro sarebbe stato l’imprenditore Domenico Scimonelli, oggi in carcere.
È stata infatti approfondita una pista, sulla quale si indagava già dal 2010, inerente un presunto covo in Tunisia del boss di Cosa Nostra, trovato e accomodato proprio da Scimonelli.
Una pista nata in seguito a numerose segnalazioni anonime, e che ha permesso di confermare che anche il padre di Matteo Messina Denaro, Francesco “don Ciccio”, si recasse regolarmente nel covo tunisino grazie a un gommone.