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Appalti Miur, chiusa l'indagine su tangenti e corruzione: l'accusa all'ex dirigente Giovanna Boda

Corruzione e rivelazione di segreti d'ufficio: sarebbero queste le accuse verso Giovanna Boda al termine dell'inchiesta sulle tangenti negli appalti Miur

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Si sono concluse le indagini della Procura di Roma sulla corruzione negli appalti del ministero dell’Istruzione. L’inchiesta, avviata lo scorso anno, ha coinvolto anche l’ex capo Dipartimento per le Risorse umane del dicastero Giovanna Boda e l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco. Adesso entrambi rischiano il processo insieme ad altre 13 persone: le accuse sono legate a vario titolo a episodi di corruzione.

Le accuse di corruzione

Le indagini sono state coordinate dal pm Carlo Villani e condotte dalla Guardia di Finanza attraverso l’analisi dei flussi di denaro e delle segnalazioni di operazioni sospette.

Giovanna Boda sarebbe accusata di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.

tangenti appalti miur accusata giovanna bodaFonte foto: ANSA
Giovanna Boda in uno scatto del 2012

Tra le prove raccolte, insieme ad alcune testimonianze, ci sarebbero importanti documenti acquisiti presso banche e scuole, oltre che al ministero dell’Istruzione.

Lo scandalo degli appalti del Miur

Come scrive il ‘Correre della Sera’, secondo l’ipotesi accusatoria la funzionaria del Miur, incaricata delle procedure per la selezione dei progetti scolastici, contando sull’intermediazione di alcuni collaboratori, “tutti consapevoli dell’accordo corruttivo”, avrebbe ricevuto indebitamente dall’imprenditore la dazione o la promessa di denaro pari a circa 3 milioni di euro.

Federico Bianchi di Castelbianco erano riconducibili tre società e una fondazione, enti che tra il 2018 e il 2021 si sono aggiudicati affidamenti da parte degli istituti scolastici per un totale di 23,5 milioni di euro.

Tra le contestazioni avanzate a Boda c’è anche quella di aver anticipato via mail all’imprenditore, prima della pubblicazione, la bozza del bando relativo al “finanziamento di progetti scolastici per il contrasto della povertà educativa”, recependo le richieste di modifica dello stesso Bianchi di Castelbianco.

Tra le “utilità” corrisposte all’ex capo Dipartimento per le Risorse umane del ministero dell’Istruzione ci sarebbero stati regali di ogni tipo: corsi di violino e sci, visite per la chirurgia plastica, l’affitto di un appartamento, vacanze e persino bollette.

Nell’avviso di conclusione dell’indagine sono state individuate dalla Procura tre parti offese: il ministero dell’Istruzione, la presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento delle Pari Opportunità e l’Agenzia delle Entrate.

Chi è Giovanna Boda

Giovanna Boda, classe 1974, si è laureata in Psicologia dello sviluppo alla Sapienza e ha conseguito un dottorato in psicologia sociale a Padova. Prima di iniziare a lavorare per il ministero dell’Istruzione ha vinto un concorso da ricercatrice.

Nel corso della sua lunga carriera nel Miur ha ottenuto significativi riconoscimenti. Nel 2010 è stata dichiarata Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana, nel 2014 ha ottenuto il titolo di Commentatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana e nel 2017 le è stato conferito il premio per le 100 eccellenze italiane per le Pari Opportunità.

Alla notizia dell’indagine sulla corruzione negli appalti del dicastero, Boda aveva cercato di togliersi la vita gettandosi dalla finestra dello studio del suo avvocato, nel centro di Roma.

miur Fonte foto: 123RF
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