Annullato il concerto di Capodanno di Emis Killa a Ladispoli dopo le polemiche sui testi: replica del rapper
Dopo l'annullamento del concerto di Capodanno a Ladispoli, Emil Killa è tornato a spiegare perché le sue canzoni non inneggiano al femminicidio
Nella giornata di ieri, martedì 28 novembre 2023, è scoppiata la polemica per la cancellazione del concerto di Emils Killa previsto a Capodanno a Ladispoli. Le proteste di alcuni cittadini che hanno puntato il dito contro il testo di alcune canzoni, giudicate incitazione alla violenza di genere, hanno spinto il sindaco della città a fare un passo indietro. È arrivata ora la replica del rapper.
- Perché il sindaco di Ladispoli ha annullato il concerto di Capodanno
- La replica del rapper Emis Killa dopo le polemiche sui suoi testi
- La polemica su 3 messaggi in segreteria è vecchia di 7 anni
Perché il sindaco di Ladispoli ha annullato il concerto di Capodanno
Inizialmente, il primo cittadino della cittadina laziale Alessandro Grande si era limitato ad assicurare che “non verranno cantate canzoni contenenti espressioni violente di genere“, ma non è bastato. Contro la decisione di avere come ospite Emis Killa si è scagliata l’opposizione.
Nonostante l’artista si sia già esibito a Ladispoli nel 2022, ha annunciato il sindaco, “abbiamo deciso, di comune accordo con tutti i soggetti coinvolti, al fine di ristabilire un clima di serenità, di annullare la sua esibizione in programma la sera del 31 dicembre”.
Emis Killa, pseudonimo di Emiliano Rudolf Giambelli, rapper italiano classe 1989
Grando ha detto di comprendere le ragioni di chi ha espresso contrarietà sul contenuto di alcuni testi, ma sottolineato che l’intenzione non è mai stata quella di veicolare messaggi sbagliati. “Noi vogliamo solo regalare ai nostri giovani la possibilità di assistere gratuitamente, in un clima di festa, ad un grande evento nella propria città” ha aggiunto.
La replica del rapper Emis Killa dopo le polemiche sui suoi testi
Emis Killa e Guè Pequeno, che avrebbe dovuto accompagnarlo, non saranno sul palco di Capodanno a Ladispoli quindi. Salta il compenso da 200.000 euro, altro elemento che aveva sollevato un vespaio di polemiche in zona. Il diretto interessato ha risposto alla questione con alcune storie sul suo profilo Instagram.
“Nel rap esiste una cosa chiamata story telling. Significa rappresentare una storia in rima, bella o brutta che sia” ha specificato, parlando della canzone ‘3 messaggi in segreteria’, che contiene frasi come “Preferisco saperti morta che con un altro. Vengo a spararti” e “Voglio vedere la vita fuggire dai tuoi occhi, io ci ho provato e tu mi hai detto no. E ora con quella cornetta ti ci strozzerò“.
Nel pezzo lui interpreta, inventa e racconta fatti che “purtroppo, per quanto spiacevoli, accadono. Nel pezzo non è Emiliano che parla” ha sottolineato via social. Poi ha fatto due esempi per sottolineare quella che ritiene essere un’assurdità: “In un altro story telling molto più recente interpreto Renato Vallanzasca, non so, volete accollarmi qualche anno di galera? Oppure radiamo da tutti i cinema Denzel Washington, visto che in He got game uccide la moglie“.
Emis Killa ha poi aggiunto: “Per farvi un’idea di me a riguardo piuttosto dovreste parlare con le donne che fanno parte della mia vita, dalla mia famiglia alle amiche. Potete cancellare tutti i concerti che volete, bannare i rapper dalle radio, indignarvi in gruppo sui social, non cambierete così la realtà che gente come me ha il coraggio di raccontare, anche quando mi torna indietro nel peggiore dei modi”.
La polemica su 3 messaggi in segreteria è vecchia di 7 anni
Nella sua replica, ha condiviso anche un messaggio ricevuto da una fan che si dice vittima di una relazione tossica, dove è stata picchiata e minacciata di morte: “Le tue canzoni mi hanno salvato, non so se leggerai mai questo messaggio ma nel tuo piccolo mi hai strappato un sorriso e tuttora quando ascolto le tue canzoni e le canto a squarciagola mi sento subito meglio” ha detto la fan.
La polemica su 3 messaggi in segreteria per la verità è iniziata già nel 2016, quando in occasione dell’uscita dell’album Terza stagione Emis Killa aveva affrontato critiche simili. In un post su Facebook si era difeso così: “In questa canzone racconto di un ragazzo che perde la testa per la ex fidanzata e decide di ammazzarla. Lo racconto dal punto di vista, malato, di chi ammazza. È il mio modo per sensibilizzare e denunciare il femminicidio“.
Una denuncia che, nei giorni del caso Giulia Cecchettin, ha creato un cortocircuito tra testa, autore es storytelling. “Ho corso di proposito il rischio di essere frainteso perché il mio richiamo alla riflessione e alla consapevolezza non passasse inosservato, e l’ho fatto coi modi e le parole che sono mie” aveva detto al tempo, concetto ribadito anche ora dopo l’annullamento del concerto di Ladispoli.