Anna Maria Cossiga sul padre Francesco: "Era bipolare, curava la depressione". L'aneddoto Mambro e Fioravanti
L'ex presidente Francesco Cossiga soffriva di bipolarismo e depressione, come raccontato dalla figlia Anna Maria nel corso di una lunga intervista
Francesco Cossiga era bipolare, parola della figlia Anna Maria Cossiga che nel corso di una lunga intervista rilasciata al Corriere ha raccontato di un particolare aneddoto con Francesca Mambro e Valerio “Giusva” Fioravanti, terroristi colpevoli della strage di Bologna. L’ottavo presidente della Repubblica, in carica dal luglio 1985 all’aprile 1992, soffriva di depressione.
- Cossiga bipolare e depresso
- L'aneddoto con i terroristi Mambro e Fioravanti
- La disperazione di Cossiga per Aldo Moro
Cossiga bipolare e depresso
Nel corso dell’intervista rilasciata al quotidiano, Anna Maria Cossiga ha raccontato il padre in tutte le sue sfaccettature.
Prima deputato e sottosegretario alla difesa, ma anche ministro della pubblica amministrazione nonché ministro dell’Interno nei governi Moro e Andreotti, Cossiga fu attivissimo nella politica del Paese.
Ma fu anche un uomo con le sue fragilità, come la stessa figlia racconta.
Curava la depressione. Era bipolare.
Cossiga non ha mai nascosto i disturbi, tanto che lui stesso, ricorda Anna Maria, parlava “dell’omino bianco — gioioso, allegro — e dell’omino nero, che vedeva tutto negativo”.
Una foto d’archivio di Francesco Cossiga
Una condizione, quella del padre, che è stata d’insegnamento anche per Anna Maria Cossiga: “Mi ha insegnato anche a non vergognarmi di avere un disagio psicologico”.
L’aneddoto con i terroristi Mambro e Fioravanti
Ma lei, che era una ragazza quando il padre era ministro e presidente del Consiglio prima di diventare presidente della Repubblica, ricorda anche parecchi aneddoti legati a Cossiga. Uno su tutti, raccontato al Corriere, è quello legato ai terroristi Mambro e Fioravanti, accusati delle stragi di Bologna.
Una volta trovai in salotto Francesca Mambro e Giusva Fioravanti che prendevano il tè. Rimasi basita. Ma lui mi disse: “Figlia mia, per la strage di Bologna sono innocenti”.
E un’altra volta, racconta, si trovò in casa anche “Adriana Faranda, la brigatista e quella volta spiegò: “Figlia mia, lo Stato deve fare pace con i terroristi sconfitti”.
La disperazione di Cossiga per Aldo Moro
E a proposito di Brigate Rosse, Cossiga non si è mai perdonato la morte di Aldo Moro. Anna Maria, infatti, racconta che il padre era disperato quando Moro venne rapito.
“Quando giunse la notizia dell’assassinio ne soffrì enormemente” ha sottolineato, raccontando che ogni tanto il padre ripeteva “L’ho ucciso io”.
E della morte di Moro portò i segni nel tempo: “Subito gli venne questo ciuffo di capelli bianchi…”.