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Andrea Purgatori e la perizia dopo la morte del giornalista: le scoperte su medici, tumore ed endocardite

Cosa è emerso dalla perizia effettuata per scoprire le cause della morte del giornalista Andrea Purgatori: scoperte su medici, tumore ed endocardite

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Sarebbe emersa una doppia “certezza” dalla perizia effettuata per scoprire le reali cause della morte del giornalista Andrea Purgatori, deceduto la mattina del 19 luglio.

La perizia sulla morte del giornalista Andrea Purgatori

Come riporta il ‘Corriere della Sera’, secondo gli esperti ci sarebbero due “certezze” nelle ultime settimane di vita di Andrea Purgatori.

La prima è che nessuno dei medici che nella clinica privata Villa Margherita di Roma lo ha avuto in cura comprese davvero una patologia da cui era affetto, cioè un’endocardite (infezione delle valvole cardiache), che conviveva con un tumore ai polmoni. La seconda è che una semplice terapia antibiotica avrebbe potuto allungargli la vita.

Andrea PurgatoriFonte foto: ANSA

Il giornalista Andrea Purgatori

Cosa è successo al giornalista Andrea Purgatori tra il 16 e il 17 giugno

Nella consulenza richiesta dal pm Giorgio Orano, che, in seguito all’esposto della famiglia Purgatori, ha indagato per omicidio colposo quattro medici curanti, si legge, come riportato ancora dal ‘Corriere della Sera’, che è stata omessa “la prescrizione di accertamenti clinici, laboratoristici e strumentali finalizzati alla diagnosi di endocardite infettiva. Tali omissioni risultano a nostro avviso ascrivibili a imperizia e non rispondenti alle buone pratiche cliniche da noi individuate in letteratura”.

Il passaggio cruciale sarebbe avvenuto tra il 16 e il 17 giugno: prima di allora, infatti, i segnali della presenza di una endocardite sarebbero apparsi in modo confuso mentre durante quel ricovero si sarebbero manifestati, invece, con chiarezza. Purgatori, che sarebbe stato inutilmente sottoposto a terapia anticoagulante ma anche a radioterapia per aggredire ipotetiche metastasi cerebrali, avrebbe lamentato un malessere significativo, tra febbre e autonomia compromessa.

In quel caso, hanno scritto i consulenti del pm, “sulla base dei dati clinici, radiologici e della terapia impostata era opportuno valutare altre ipotesi diagnostiche oltre a quella (…) di un’embolia conseguente a una fibrillazione atriale”. Qualcuno avrebbe pensato, invece, a una febbre da infezione urinaria, poi smentita dalle analisi.

Gli esperti hanno annotato: “Sarebbe stato certamente opportuno eseguire un set di emocolture e richiedere una consulenza infettivologica. Gli accertamenti indicati avrebbero potuto intercettare il patogeno responsabile degli eventi febbrili e dell’endocardite infettiva con successiva richiesta di trasferimento in altra struttura”.

Andrea Purgatori è stato sottoposto a successive verifiche al Policlinico Umberto I, dove, “sostanzialmente con gli stessi elementi, i sanitari sin da subito ipotizzavano un’endocardite batterica e tempestivamente effettuavano gli accertamenti necessari a confermare la diagnosi”.

Andrea Purgatori e le metastasi al cervello

La perizia, si legge ancora sul ‘Corriere della Sera’, avrebbe escluso anche la presenza di metastasi cerebrali.

La famiglia, assistita dall’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri, ha commentato: “Ad Andrea sono state diagnosticate e curate con urgenza metastasi cerebrali che al momento della morte si è scoperto non esistere. E questo ha portato a uno sviamento della corretta diagnosi e terapia“.

Andrea Purgatori Fonte foto: ANSA
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