Andrea Purgatori aveva "svariate metastasi": nuovi dettagli dall'autopsia e possibile svolta nelle indagini
Nuovi dettagli dell'autopsia di Andrea Purgatori, il giornalista morto lo scorso 19 luglio: avrebbe avuto "svariate metastasi in tutto il corpo"
Trapelano nuovi dettagli dall’autopsia di Andrea Purgatori, il noto giornalista morto il 19 luglio scorso. Dopo i primi esiti che avevano fatto emergere come possibile causa della morte alcune ischemie cerebrali, secondo quanto riportato da La Repubblica nei referti sarebbero menzionate anche “svariate metastasi“.
Le metastasi
Dalla sala settoria dove Purgatori è stato sottoposto all’autopsia, secondo quanto raccolto da La Repubblica sarebbero emerse nuove informazioni sulla causa della morte del giornalista. I consulenti, infatti, avrebbero rintracciato ulteriori e “svariate metastasi in tutto il corpo” del reporter.
Un dettaglio che, se confermato nei risultati che saranno resi noti ufficialmente il prossimo 6 settembre, potrebbe segnare un punto di svolta sull’inchiesta aperta dopo la denuncia dei familiari. Giusta o sbagliata che fosse la diagnosi e le cure successive, infatti, secondo quanto emerge Purgatori avrebbe avuto un’aspettativa di vita molto breve.
Le metastasi, infatti, si sarebbero sviluppate su tutto il corpo a partire dai polmoni e, come lo stesso giornalista aveva raccontato a colleghi e amici, aveva già provocato al 70enne tanta spossatezza.
Il peso della malattia
Dettagli che dovranno essere confermati, ma che potrebbero aver portato alla cachessia neoplastica, ossia una condizione di insufficiente funzionalità degli organi vitali, dai polmoni al cuore, dal cervello ai reni, al fegato.
Le condizioni di Purgatori, infatti, avrebbero portato a un deperimento organico nel giro di poco tempo, una condizione che poteva portare a un esito fatale nel breve tempo.
Possibile svolta nelle indagini
Tra circa un mese si avranno più elementi per tracciare un quadro esaustivo e quindi per comprendere appieno le cause della morte del giornalista. Ma stando ai rumors emersi sul piano giudiziario potrebbe arrivare la svolta.
L’indagine sulla responsabilità dei medici sulla morte di Purgatori, infatti, potrebbe concludersi senza imputazioni perché l’eventuale aspettativa di vita farebbe venir meno il nesso causale tra la condotta dei camici bianchi e il decesso. L’ordinamento penale, infatti, prevede che sussista responsabilità dell’operatore sanitario solo di fronte a una condotta tale da nuocere al paziente “con un grado di probabilità, prossimo alla certezza”.
Ma per avere certezze, come detto, bisognerà aspettare ancora qualche settimana. Eseguite la Tac e l’autopsia, infatti, si dovrà aspettare l’esame istologico dei tessuti e degli organi per i quali occorreranno dalle due alle tre settimane. Il prossimo 6 settembre i consulenti della Procura si incontreranno di nuovo.