Alpinista morto dopo essere precipitato dalla Tofana di Rozes vicino Belluno: 62 anni, era senza protezioni
Nella mattinata di lunedì 31 luglio è stato recuperato il corpo senza vita di un alpinista 62enne precipitato domenica dalla Tofana di Rozes
Il corpo senza vita di un alpinista precipitato domenica dalla Tofana di Rozes, nella zona di Cortina d’Ampezzo, è stato recuperato nella mattinata di lunedì 31 luglio.
- Le prime informazioni
- L'allarme e le ricerche
- Il recupero del corpo
- Resti umani sul Teudulo: appartengono a alpinista disperso dal 1986
Le prime informazioni
In base alle prime informazioni riportate da ‘RaiNews’ si sa che lo scalatore, un 62enne di Villabassa (in provincia di Bolzano) stava scalando in solitaria e senza protezioni (in modalità free solo climbing).
L’uomo, che era solito arrampicarsi da solo e senza protezioni, sarebbe stato diretto sulla Rozes, probabilmente su uno degli spigoli.
L’alpinista è precipitato dalla Tofana di Rozes.
L’allarme e le ricerche
L’allarme era scattato attorno alle ore 20,15 di domenica, in seguito alla segnalazione da parte di un amico dell’uomo, che era stato chiamato dalla moglie dello scalatore, preoccupata perché non aveva sue notizie.
Il furgone dello scalatore è stato ritrovato ancora parcheggiato al rifugio Dibona, con il cellulare all’interno, mentre una squadra del Soccorso alpino di Cortina e della Guardia di Finanza si stavano preparando in piazzola.
L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha immediatamente effettuato una ricognizione sul Primo e Terzo Spigolo della Tofana di Rozes, perlustrando la base, le vie, i canali e il rientro senza esito. L’eliambulanza ha poi tentato anche lungo la Via Eötvös-Dimai e, tra il Piccolo Anfiteatro e la Traversata, ha trovato il corpo senza vita.
Il recupero del corpo
Nella mattinata di lunedì 31 luglio, “Falco 2”, dopo aver imbarcato un tecnico del Soccorso alpino di Cortina e uno della Guardia di Finanza in supporto alle operazioni e per i rilievi, è volato in parete.
La salma dello scalatore è stata imbarellata dai soccorritori, recuperata con il verricello e trasportata a valle per essere affidata al carro funebre.
Resti umani sul Teudulo: appartengono a alpinista disperso dal 1986
È notizia di pochi giorni fa il ritrovamento a 3.000 metri di quota sul ghiacciaio del Teodulo, a Zermatt, di alcuni resti umani. L’analisi del dna, svolte nel laboratorio dell’ospedale di Sion (Svizzera), ha permesso di stabilire che i resti appartengono a un alpinista disperso da più di 35 anni e, più precisamente, dal 1986.
“Il ritiro dei ghiacciai”, come spiegato dalla polizia cantonale di Zermatt in alcune dichiarazioni riportate dall’agenzia ‘ANSA’, “fa tornare in superficie sempre più resti di alpinisti dati per dispersi da molti anni”.