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Allarme Onu su caldo e siccità: i prossimi 5 anni saranno i più torridi di sempre, quanti gradi ci saranno

Un nuovo allarme dell'Onu sul cambiamento climatico: le temperature si alzeranno nei prossimi 5 anni. Previsto un aumento medio di 1,5 gradi

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L’Onu suona l’allarme sul clima, l’ennesimo: le temperature globali sono destinate ad aumentare significativamente entro il 2027. E il Vecchio Continente farà bene a prepararsi ai fenomeni climatici estremi.

Cambiamento climatico e aumento delle temperature

È Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) che fa capo all’Onu, a lanciare l’allarme.

Taalas mette in guardia contro “una elevata probabilità (al 66%) che le temperature globali superino di 1,5 gradi i livelli pre-industriali per almeno un anno fra il 2023 e il 2027”.

Petteri Taalas segretario World Meteorological OrganizationFonte foto: ANSA

Petteri Taalas, segretario del World Meteorological Organization in una foto d’archivio.

1,5 gradi è l’aumento medio stimato, che potrebbe oscillare fra 1,1 e 1,8 gradi. Apparentemente potrebbe sembrare poca cosa, ma un simile aumento nella temperatura è destinato ad avere ripercussione importanti su ghiacciai, volume delle acque, clima, abitudini umane e vita di flora e fauna in generale.

E non solo: Taalas avverte che ci saranno drammatiche ripercussioni anche “per la salute, la sicurezza alimentare, la gestione dell’acqua e l’ambiente“. “Dobbiamo essere preparati”, conclude.

Secondo il monito di Petteri Taalas è inoltre quasi certo (al 98%) che questi cinque anni saranno, nel complesso, i più caldi mai registrati.

Il tutto si deve all’effetto combinato dell’impatto sul clima delle attività umane e del Nino, il fenomeno naturale che periodicamente comporta il riscaldamento del Pacifico tropicale centrale e orientale.

Da Oxford uno studio sul cambiamento climatico

Un recente studio si unisce al coro di voci che mettono in guardia contro i rischi ambientali. Lo studio arriva dall’Università britannica di Oxford dove il team di ricerca è stato guidato da Matthew Patterson.

La ricerca è stata pubblicata su Geophysical Research Letters, rivista particolarmente affidabile perché valida gli articoli tramite il sistema di peer review.

La ricerca ha analizzato i dati degli ultimi 60 anni e da essa si evince che i picchi di temperatura massima nelle giornate più calde vanno progressivamente aumentando al doppio della velocità.

Le zone più colpite dagli aumenti fuori media sono Inghilterra, Galles e Francia settentrionale.

“È necessaria un’azione urgente per adattare le infrastrutture essenziali agli impatti di queste ondate di calore estreme, come quella dell’estate 2022, che vengono sottostimate dagli attuali modelli climatici”, sostengono gli studiosi.

In Inghilterra e Galles le medie estive sono aumentate di circa 0,26 gradi ogni dieci anni. Ma nelle giornate più torride l’aumento è schizzato di 0,58 gradi per decennio.

Si indaga ancora per attribuire chiaramente le responsabilità di questo fenomeno. Un’ipotesi è che le regioni in oggetto, in estate, vengono investite da correnti di aria calda proveniente dalla Spagna.

Mai così caldo dal 1800

Intanto sono tre le regioni italiane nella top 10 del rischio climatico secondo l’Unione europea: Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, dove gli esperti sostengono che le recenti alluvioni che hanno devastato il territorio sono parzialmente imputabili al cambiamento climatico.

L’anno 2022 ha registrato le medie stagionali più alte dal 1800.

Petteri Taalas segretario World Meteorological Organization Fonte foto: ANSA
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