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Allarme dell'Oms per l'epidemia Dengue: perché il pericolo non va sottovalutato secondo gli esperti

La cosiddetta "febbre spaccaossa” è trasmessa dalle zanzare: paura a Singapore, ma non solo. Il punto dell'entomologo Claudio Venturelli

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I cambiamenti climatici sembrano farsi sentire non solo con l’aumento della temperatura globale e la siccità, ma anche con il pericolo che possano diffondersi vecchie e nuove malattie, come la Dengue, la cosiddetta “febbre spaccaossa”, che viene trasmessa tramite le zanzare, in particolare la Aedes aegypti, e ha tra i propri sintomi proprio febbre molto alta, ma anche dolori articolari e muscolari importanti. Nelle forme più gravi può anche portare alla necessità di ricovero in ospedale, per sanguinamenti o compromissione del funzionamento di alcuni organi, fino ai casi più estremi di decesso. Ecco il commento dell’entomologo Claudio Venturelli, dell’Ausl Romagna, ai microfoni di Virgilio Notizie.

Record di morti in Argentina

Cresce l’allarme dell’Oms. È emergenza Dengue in Argentina, dove l’epidemia registra un record storico di morti.

Nel 2023 i casi sono già 41.257 e i decessi 39.

zanzara dengueFonte foto: ANSA
Disinfestazioni preventive in Sri-Lanka

L’intervista a Claudio Venturelli

Virgilio Notizie ha intervistato l’entomologo dell’Ausl Romagna, Claudio Venturelli, l’8 giugno 2022. Già allora si parlava di emergenza in Sudamerica, dopo i numeri di Singapore. Vi riportiamo, di seguito, la sua analisi sui rischi della Dengue.

Anche il Brasile è in emergenza…

“Se a Singapore ci sono oltre 11.600 casi, in Brasile il 2 giugno se ne contava circa 1,3 milioni. È chiaro che l’estensione delle due aree è ben diversa: il Brasile è molto più grande, ma l’incidenza rispetto alla popolazione a Singapore è molto alta. Va detto che, purtroppo, in tutto il sud America ormai Dengue è diffusissima e l’Italia potrebbe rischiare l’importazione di casi soprattutto da quest’ultimo, per via del turismo e dei flussi migratori: Singapore è soprattutto una sede di scambi commerciali importanti o di turismo di alto livello, per esempio di viaggiatori che frequentano hotel dove è meno facile venire a contatto con la zanzara che può veicolare il virus” osserva l’esperto.

Come riconoscere la Dengue e quali sono i sintomi?

“Prima di tutto va detto che in Italia è difficile che ci siano casi autoctoni di Dengue, perché non c’è la zanzara Aedes aegypti che veicola la malattia. Ma è possibile ‘importarli’ se si va in zona dove è presente. Prima di mettersi in viaggio verso queste aree è bene informarsi e, se al ritorno si notano sintomi compatibili come febbre alta o dolori, è bene informare subito il proprio medico”.

Quali sono i sintomi?

“Non esiste una cura specifica: in genere in un soggetto giovane e in forze la guarigione è spontanea, mentre potrebbero verificarsi maggiori complicazioni in persone fragili, come anziani o bambini piccoli. Il consiglio è di non ricorrere a cure fai da te: per esempio, non andrebbe presa l’aspirina, ma eventualmente un altro anti-piretico, perché Dengue è una febbre emorragica quindi si correrebbero maggiori rischi. Le cure dovrebbero essere sempre prescritte dal medico, dopo una valutazione caso per caso” spiega Venturelli.

Cosa succede se viene segnalato un caso di Dengue in Italia?

“Se si segnala un caso d’importazione di Dengue, va ricordato che è l’uomo il serbatoio della malattia, mentre la zanzara la veicola. Per questo, per evitare che le zanzare dopo aver punto un soggetto infetto possano veicolare il virus ad altri, scatta il PNA, il Piano Nazionale di Arbovirosi, con particolare riferimento ai virus specifici, che possono essere West Nile, Chikungunya, Dengue, Zika, ecc… Questi sono poi declinati a livello regionale con poche differenze: per esempio, in Emilia Romagna si prevede una disinfestazione dell’area in cui è stato il soggetto, come casa o lavoro, per tre giorni. È bene, poi, che la persona in questione rimanga isolata in modo da evitare di essere punta, in ambienti con zanzariere o aria condizionata. Dopo 7/8 o massimo 10 giorni, comunque, il pericolo cessa perché non c’è più rischio di trasmissione – prosegue l’entomologo -. Se c’è solo il sospetto di un contagio, invece, si procede con le analisi del sangue, inviate ai centri di riferimento a livello nazione e regionale, per verificare l’eventuale presenza virus”. Nel 2020 ci fu un caso a Vicenza.

Come evitare il proliferare delle zanzare?

Oltre alle azioni da parte delle autorità sanitarie e delle amministrazioni, come per esempio le campagne di disinfestazione preventiva nei confronti delle zanzare, anche i singoli cittadini possono contribuire a limitarne la proliferazione: “È importante, per esempio, evitare tutti i ristagni di acqua in casa o nei giardini, perché è lì che si annidano le zanzare e si riproducono” conclude l’esperto.

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zanzara-dengue Fonte foto: 123RF
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